‘Grazie alle molte sollecitazioni arrivate dai parlamentari in questi mesi, in merito all’Imu sui terreni agricoli, ieri sono stati corretti molti dei difetti che erano contenuti nel decreto ministeriale del 28 novembre 2014. In particolare, da 1.498 comuni totalmente esentati siamo passati a 3.456. Inoltre, saranno 655 i parzialmente esentati e, ancora, per oltre 1.600 comuni di ‘collina svantaggiata’ gli agricoltori e gli imprenditori agricoli godranno di una detrazione standard di duecento euro’. Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Maria Teresa Bertuzzi.
‘C’è però un altro tema da affrontare. E’ necessario applicare il principio di equità prescritto dalla nostra Costituzione: chi ha di più deve contribuire in misura superiore. A prescindere dall’altitudine. L’iniquità, invece, corrisponde all’incapacità di tenere conto della possibilità contributiva dei singoli. Su questo tema deve concentrarsi la tassazione generale e la local tax. Serve ridare all’agricoltura quella dignità, quella visione di forza, di reazione, di spinta e di traino alla ripresa di questo Paese che ha già dimostrato di avere in questi anni di difficile crisi. Senza demagogia, superando l’assistenzialismo e la marginalità nella quale troppo spesso si vuole circoscrivere l’intero comparto agricolo. Non banalizzare significa chiedersi per quale ragione ci sono terreni come vigneti, che hanno un valore di mercato di 500.000-600.000 euro, che sono esentati dal pagamento di qualsiasi contributo, e terreni di pianura che vivono situazioni di disagio e continuano a vedere riconosciuta di fatto la mancanza di una limitata franchigia. Quindi sicuramente il disagio della montagna e delle aree svantaggiate va tenuto in considerazione – conclude Bertuzzi – ma bisogna necessariamente tener conto del rapporto proporzionale tra ricchezza produzione e contribuzione. Il lavoro da fare ci impegnerà nei prossimi mesi’.
‘C’è però un altro tema da affrontare. E’ necessario applicare il principio di equità prescritto dalla nostra Costituzione: chi ha di più deve contribuire in misura superiore. A prescindere dall’altitudine. L’iniquità, invece, corrisponde all’incapacità di tenere conto della possibilità contributiva dei singoli. Su questo tema deve concentrarsi la tassazione generale e la local tax. Serve ridare all’agricoltura quella dignità, quella visione di forza, di reazione, di spinta e di traino alla ripresa di questo Paese che ha già dimostrato di avere in questi anni di difficile crisi. Senza demagogia, superando l’assistenzialismo e la marginalità nella quale troppo spesso si vuole circoscrivere l’intero comparto agricolo. Non banalizzare significa chiedersi per quale ragione ci sono terreni come vigneti, che hanno un valore di mercato di 500.000-600.000 euro, che sono esentati dal pagamento di qualsiasi contributo, e terreni di pianura che vivono situazioni di disagio e continuano a vedere riconosciuta di fatto la mancanza di una limitata franchigia. Quindi sicuramente il disagio della montagna e delle aree svantaggiate va tenuto in considerazione – conclude Bertuzzi – ma bisogna necessariamente tener conto del rapporto proporzionale tra ricchezza produzione e contribuzione. Il lavoro da fare ci impegnerà nei prossimi mesi’.