“Non ce l’abbiamo fatta: l’emendamento per introdurre il ‘Bonus salute mentale’ non è arrivato in fondo e c’è grande amarezza. Sapevamo che fosse difficile, che le risorse richieste fossero cospicue, ma non lo erano a caso: erano proporzionate ad un tema che deve essere affrontato senza riserve e velocemente. A chi si è dichiarato contrario al metodo dei ‘bonus’ dico che non ha letto bene cosa c’era scritto nell’emendamento e a chi ha pensato che nell’emendamento ci fosse l’intento di sminuire i servizi territoriali ancora una volta diciamo che avrebbe potuto confrontarsi e capire che è esattamente il contrario e che fino a che non ci sarà un rafforzamento del pubblico in questo ambito, dovremmo garantire almeno il primo passo a chi si trova in situazioni di malessere e disagio. Siamo sempre più convinti che investire ora nel sostegno a chi abbia necessità di risolvere le proprie fragilità sia una forma di prevenzione importante. Il nostro emendamento non bastava, certo, ma lo abbiamo sempre detto: era una luce accesa su un tema urgente per la vita degli italiani. Siamo amareggiati, certo, ma quello che è importante davvero resta tale e continueremo a lavorarci fino a che potremo”. Così la vice presidente dei senatori del PD, Caterina Biti.


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