I due decreti Ristori, varati nelle ultime due settimane, per fronteggiare la recrudescenza dell`epidemia costeranno circa 8 miliardi. In tutto quest`anno abbiamo speso un centinaio di miliardi: abbiamo ancora munizioni?
«Il governo – risponde il vice ministro dell`Economia Antonio Misiani – continuerà a fare tutto quello che è necessario per aiutare le imprese e le famiglie italiane a reggere l`impatto economico e sociale dell`emergenza Covid. Le munizioni che abbiamo possono finanziare, entro certi limiti, anche eventuali nuovi interventi resi necessari da ulteriori misure restrittive».
La legge di Bilancio quando arriverà, sarà rimodulata? Chiederete un nuovo scostamento di deficit prima della fine del 2020?
«I due decreti Ristori sono stati coperti rimanendo nell`ambito degli scostamenti di bilancio già autorizzati dal Parlamento. Quanto alla legge di Bilancio, arriverà in Parlamento questa settimana e seguirà il “doppio binario” già previsto: da una parte le risorse per l`emergenza – ammortizzatori sociali e aiuti per i settori più in crisi dall`altra i progetti e le riforme per lo sviluppo sostenibile, portando gli investimenti pubblici ben al di là del 3 per cento del Pil. Se sarà necessario chiedere ulteriori risorse per la legge di Bilancio, lo verificheremo nelle prossime settimane in relazione all`evoluzione della situazione epidemiologica e delle misure restrittive».
Dobbiamo sperare solo nel vaccino, e se malauguratamente tardasse, c`è un piano B per il 2021? L`attesa per il Recovery pian ormai si è diluita e tutti lo aspettano non prima di metà del prossimo anno.
«L`incertezza rimane grande, ma la ricerca per il vaccino sta facendo progressi molto importanti e pochi giorni fa il Consiglio Ue e il Parlamento hanno superato l`ostacolo più grosso nella trattativa per il bilancio dell`Unione e il programma Next Generation Eu, il collegamento tra l`utilizzo dei fondi europei e il rispetto dello Stato di diritto nei Paesi membri. Le risorse Ue saranno decisive per fare ripartire la nostra economia. Ma noi utilizzeremo per questo obiettivo anche gli spazi di bilancio nazionali, promuovendo un piano pluriennale di investimenti pubblici da 50 miliardi che si affiancherà ai progetti finanziati con i fondi europei». Il Mes è sempre una opzione praticabile o è definitivamente accantonata?
«Nessuna opzione può essere scartata a priori, in tempi così difficili. La linea di credito sanitaria del Mes è uno strumento potenzialmente utile e conveniente. Ciò detto, è un prestito, non un contributo a fondo perduto. Il suo utilizzo va valutato in relazione, al fabbisogno di cassa, valutandone i pro e i contro a confronto con le alternative a disposizione del governo».
Veniamo ai ristori per le varie zone. Bisogna ammettere che non è facile districarsi, si possono pensare semplificazioni?
«I ristori sono organizzati in stretta correlazione con le misure restrittive, che con l`ultimo Dpcm variano a seconda della fascia di rischio Covid di ciascuna regione. Per chi aveva già avuto il contributo a fondo perduto nei mesi passati, la grande maggioranza delle imprese interessate, il ristoro sarà comunque erogato in automatico nei prossimi giorni. Ci sarà un passaggio in più per chi non lo aveva già ricevuto, perché bisognerà fare domanda. Ma il meccanismo sarà anche in questo caso veloce. Nel frattempo, tra oggi e domani arriveranno i primi 211 mila bonifici del decreto Ristori Uno».
Molte categorie e partite Iva temono che qualora la loro regione passasse dal giallo al rosso non ci sarebbero risorse sufficienti. Può confermare che il fondo è stato appostato e potrà essere utilizzato in modo automatico?
«Confermo. Abbiamo stanziato 340 milioni nel 2020 e 70 nel 2021 per eventuali riclassificazioni delle regioni. A questi stanziamenti si aggiungono i 50 milioni nel 2020 già previsti per aggiungere eventuali altri codici Ateco e i 280 milioni nel 2021 per gli operatori nei centri commerciali e quelli delle produzioni industriali del comparto alimentari e bevande, per i quali prevediamo un meccanismo di ristoro su domanda».
Dice l`opposizione: non era meglio bloccare il pagamento di tutte le tasse di fine anno?
«Noi abbiamo già rinviato l`acconto delle imposte dirette di novembre ai contribuenti Isa con calo di fatturato. Con il decreto Ristori bis spostiamo anche la scadenza dei versamenti Iva, ritenute, contributi ed Imu per i soggetti più interessati dalle chiusure previste dall`ultimo Dpcm. È uno sforzo importante. Se le misure restrittive saranno prorogate, faremo una valutazione anche sulle scadenze fiscali di dicembre».


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