“Avere oro migliora il merito di credito, è un importante baluardo a difesa delle crisi valutarie. E’ un presidio di sicurezza, insomma. Voglio dire agli amici sovranisti che dislocare all’estero parte delle riserve auree non è un tradimento della patria. E’ una strategia di corretta e prudente minimizzazione dei rischi: si lascia l’oro laddove viene acquistato, evitando costosi e rischiosi trasferimenti e lo si lascia in parte fuori dal territorio nazionale per motivi di sicurezza. Il rientro sul territorio nazionale auspicato dai senatori della Lega e di Fratelli d’Italia sarebbe un’operazione costosa e imprudente. La scelta poi di ridurre le riserve detenute dalla Banca d’Italia sarebbe soprattutto una scelta del tutto irrazionale dal punto di vista economico. La vendita delle riserve auree peggiorerebbe il merito di credito dell’Italia sui mercati internazionali, aumenterebbe ulteriormente lo spread e i tassi di interesse sui titoli pubblici, produrrebbe ricadute dirette sull’accesso al credito di imprese e famiglie. Per questo il Pd intende confermare la piena autonomia di Bankitalia ed è contrario a qualsiasi intervento volto a ridurre la disponibilità delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia per iniziative volte a ridurre il debito pubblico, il deficit o per sostenere altri interventi, che presenterebbero costi di sistema molto superiori ai benefici attesi”. Così il senatore Antonio Misiani, capogruppo Pd in commissione Bilancio, ha illustrato in aula la mozione del Pd sulle riserve auree.


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