“Ho depositato in Senato, in qualità di primo firmatario, insieme ai senatori del Pd Pezzopane, Cucca, Fabbri, Mirabelli, Pagliari, Ruta, Scalia, Spilabotte e Valentini un ddl sulle modifiche all’Imu. Equità, virtuosità e stabilità dei conti pubblici le parole d’ordine del disegno di legge che punta a salvaguardare i cittadini in difficoltà e del ceto medio per la prima casa e a intervenire con il taglio del 50% dell’Imu sui beni di imprese, artigiani e commercianti. Il testo prevede per la prima casa l’introduzione di un sistema di detrazioni legate al livello del reddito dichiarato passando dai 500,00 per chi dichiara un reddito inferiore ai 10.000,00 euro ad una detrazione pari a zero per i titolari di reddito superiore a 120.000,00 euro. In base ai dati forniti dal Ministero Economia e Finanza questa modifica determina l’esenzione totale dal pagamento dell’imposta per tutti coloro che dichiarano un reddito complessivo fino a 26.000,00 che rappresentano ben il oltre il 70 % dei soggetti passivi dell’imposta municipale propria. Per i redditi tra 26.000 euro e 55.000 si avrebbe un beneficio di euro 100 in meno rispetto a quanto pagato nel 2012. Per i redditi superiori si avrebbe una contribuzione crescente con il diminuire delle detrazioni. Le risorse per finanziare questo intervento vengono recepite attraverso l’introduzione di un contributo di solidarietà sulle fasce di reddito superiore ai 100.000,00. Il disegno di legge prevede un ulteriore disposizione che consente ai comuni di decidere l’innalzamento della detrazione sino a concorrenza dell’imposta ovvero l’esenzione totale dal pagamento dell’imposta per tutti i contribuenti se pongono in essere comportamenti virtuosi, attraverso la partecipazione all’attività di contrasto all’evasione a livello nazionale e locale, che permetterebbe di destinare le risorse recuperate al taglio dell’Imu sino a zero. Non solo prima casa, anche se non soprattutto immobili destinati ad usi produttivi che rappresentano il vero punto delicato della tassazione immobiliare. Infatti, il 41 % del gettito Imu proviene dalle attività produttive, dato intollerabile in un momento di estrema delicatezza economica. Il disegno di legge prevede la riduzione del 50 % dell’aliquota standard applicata nei confronti dei capannoni, negozi e laboratori artigianali che passa dall’attuale 0,76 % allo 0,38 % con un notevole vantaggio per le attività produttive che vedono ridursi drasticamente il peso fiscale su un importante fattore produttivo. Riduzione dell’aliquota d’imposta per i fabbricati strumentali utilizzati nel settore dell’agricoltura che passa dall’attuale 0,2 per cento allo 0,1. Particolare attenzione sulle coperture al fine di salvaguardare i saldi di bilancio, con la previsione di una innalzamento della tassazione sulle rendite e i redditi da capitale, rispetto ai quali l’imposta sostitutiva dell’imposta sui redditi passa dall’attuale 12,5 % al 23 %. Se la redistribuzione e la virtuosità dei comuni sono la parola d’ordine per la prima abitazione, la crescita e la competitività sono quelle in tema di immobili posseduti dalle attività produttive, anche agricole, per le quali viene previste uno spostamento dalla tassazione dai fattori produttivi alle rendite”.

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