“Mi hanno fatto male quelle parole, sono le parole di uno sciacallo, sono le parole di chi su un dramma come quello che sta vivendo la famiglia di Sharon ci mette la parte più bieca della politica”. Così Francesco BOCCIA, capogruppo del Partito democratico al Senato, nel corso di un’intervista a ilfattoquotidiano.it, commenta la nuova uscita di Matteo Salvini. “Questa non è politica – continua – questa è una vergognosa azione da parte di chi è abituato a fare lo sciacallo. Per noi non è questa la politica. Sharon non c’è più, c’è una famiglia disperata. C’è stato un lavoro eccezionale di Procura e forze dell’ordine e ci sono dei ragazzi grazie ai quali si è arrivati ad individuare il criminale. I criminali non hanno un colore di pelle. L’Italia di oggi, se ne faccia una ragione Salvini, è un’Italia multietnica e i bambini e i ragazzi di oggi sono meglio di lui”. “Mi auguro che la politica non scenda più così di livello come ha fatto oggi Salvini, come fa Trump ogni giorno, come fanno i suoi amici in Polonia o come Vox, insomma è lunga la lista dei post fascio-nazisti e loro continuano a pensare che sostenere le identità maggioritarie, i bianchi, gli eterosessuali, coloro che appartengono ad una stessa religione possa alimentare un nazionalismo aggressivo. Noi siamo convinti che c’è bisogno di più integrazione con chi, quando è arrivato qui non era Italiano. Il mondo che ha in mente Salvini non è il mondo del futuro”,
”Mi auguro che Meloni e Giorgetti non mettano la museruola, che è stata molto umiliante, alla maggioranza parlamentare. Io non ho dimenticato che l’anno scorso a senatori e deputati della maggioranza non fu consentito presentare emendamenti, fu una prova generale di cosa intendono loro per ‘premierato’: lo svuotamento del Parlamento”. Così il presidente dei senatori del Partito Democratico, Francesco BOCCIA, al Fattoquotidiano.it. ”Mi pare di capire dalle dichiarazioni di queste ore che già c’è una minaccia ai gruppi parlamentari di maggioranza: questo è se vi pare”. BOCCIA mostra una tabella durante l’intervista. ”Questa lista che cuba 18 miliardi riguarda le misure annuali che loro hanno approvato l’anno scorso, che avrebbero dovuto essere garantite da coperture strutturali, quindi almeno triennali, e che invece hanno coperto per un solo anno”. BOCCIA le elenca: dal taglio del cuneo fiscale, alla misura Zes per il mezzogiorno, la detassazione del walfare aziendale, il canone Rai, l’azzeramento dei contributi previdenziali delle lavoratrici dipendenti con due figli ed altre. ”Sono 18 miliardi e 100 milioni: se non vengono confermate lo dovranno dire a quelle centinaia di migliaia di persone, se non milioni, che non avranno più queste risorse”. BOCCIA poi sottolinea come al valore di queste misure, diciotto miliardi di euro, ”vanno aggiunti 12 miliardi frutto dell’accordo capestro sottoscritto da Giorgetti: dunque, se anche solo volessero confermare le misure dello scorso anno, servono 30 miliardi”. Misure garantisce BOCCIA che hanno dei ”limiti e che noi contesteremo”. Dove reperire queste risorse? ”Dalle entrare non arriva nulla perché fanno solo condoni fiscali e arriva meno di quello che prevedono e mi pare fin troppo evidente che non hanno nessuna intenzione di aumentare le tasse sulle rendite finanziarie (perché in un Paese serio una persona che ha 10 milioni di liquidità non può pagare meno tasse di un lavoratore che guadagna 50 mila euro all’anno)”. ”L’unica cosa che fanno – conclude Boccia – per evitare il caos sul debito pubblico, che intanto aumenta, è tagliare la spesa sociale: la manovra Meloni sarà finanziata da pensionati e io temo da tagli da macelleria sociale”.