“Quando il ministro Gualtieri diede vita al superbonus, quel provvedimento era scolpito nel quadro di un impegno che nasceva nell’emergenza assoluta, con tutte le imprese e i sindacati che supplicavano un intervento e doveva iniziare nel 2020 in piena pandemia e chiudersi nel 2021. Poi la misura è stata portata avanti da Draghi e prorogata per 19 mesi da questa maggioranza. L’estensione alle villette unifamiliari sono la straordinaria intuizione di Giorgetti e di Meloni, l’atto del 19 agosto 2023 porta la loro firma. Lo dico perché forse dovrebbero guardarsi allo specchio e dirsi che qualcosa è andato storto. Questo è un governo che ha vietato alla sua maggioranza di emendare la legge di bilancio, è un governo che non potendo nascondere i numeri ha presentato una Nadef senza scriverli. Un governo senza uno straccio di politica economica e industriale. Non si può governare un Paese come l’Italia pensando di non reperire le risorse attraverso la leva fiscale, se adesso non tornano i conti e se l’alibi degli alibi è diventato il superbonus, alla fine finisce come per tutti coloro che non hanno un’idea di Paese: fuori strada”. Lo ha detto in Aula il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd.
“Questo provvedimento – ha continuato Boccia – prevede la ripartizione obbligatoria in 10 anni delle detrazioni per bonus, superbonus, bonus barriere architettoniche e sisma bonus. Ma cosa hanno fatto al governo i disabili? Cosa hanno fatto al governo coloro che hanno bisogno dell’aiuto dello Stato? Cosa coloro che sono ancora alle prese con la ricostruzione post sisma? Lo dico perché a guardare meglio il testo, si scopre che le imprese edili che hanno acquistato i crediti continueranno a utilizzarli in 4 rate, alle banche e assicurazioni vengono concessi 6 anni e che l’onere del blocco del superbonus viene in gran parte scaricato sulle famiglie e in parte sulle banche. Lo dico perché noi avevamo chiesto che le imprese in crisi di liquidità potessero almeno compensare i crediti con lo Stato, ma dal ministero dell’Economia è arrivato un no secco. Lo dico perché i territori colpiti dal sisma, soprattutto Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria si aspettavano una risposta che non arriverà. Auspichiamo che domani avvenga un cambio di rotta che non avverrà. E mi auguro che domani siano presenti i senatori di Fi, che evidentemente oggi hanno voluto mandare un segnale al governo, altrimenti si apre un problema. In 48 ore Forza Italia si è piegata all’ennesimo voto di fiducia, sul quale il governo ha superato ogni record come sui decreti. Potrei augurare in bocca al lupo ma non lo farò, perché speriamo di mandare a casa questo Esecutivo il prima possibile”.