«Il Pd in questi giorni sembra l`unico partito interessato a non fare accordi né favori a Meloni. Siamo la prima forza di opposizione, senza di noi non esiste alternativa, è tempo che tutti se ne facciano una ragione. Specie chi ha perso sei punti in un anno attaccando noi anziché la destra». Francesco Boccia, capogruppo dem al Senato, fra i più fervidi sostenitori dell`alleanza coi 5S, dà voce al (cattivo) umore che circola al Nazareno nei confronti di Giuseppe Conte: «Basta con i giochini che indeboliscono il campo progressista e finiscono per rafforzare il governo».
Cosa se ne fa il Pd di questo primato se poi il centrosinistra è diviso su questioni essenziali come la Rai, la riforma della cittadinanza, il sostegno a Kiev?
«Forti della nostra crescita, a livello nazionale e sui territori, sentiamo la responsabilità di costruire una coalizione in grado di battere la peggiore destra di sempre, consapevoli che da soli non bastiamo. Per questo, nel Paese e in Parlamento, abbiamo iniziato a lavorare con le altre opposizioni sui temi che ci uniscono – salari, sanità, ambiente, Europa – e che sono più rilevanti di quelli che ci dividono».
E però altrettanto importanti in vista di una sfida di governo, o no?
«Non c`è dubbio che esistano una serie di nodi che vanno risolti con il confronto politico e con scelte chiare. Noi restiamo convinti che sia sbagliato negoziare sui principi. Per esempio, vista da sinistra, la posizione dei 5S sulla cittadinanza coincide con quella di Salvini, mentre per noi e per le altre forze progressiste i decreti sicurezza erano e sono un errore. Così come il Pd ha cambiato il suo profilo culturale con la vittoria di Schlein alle primarie, auguro agli amici 5S di fare lo stesso con il loro percorso costituente».
Conte accusa il Pd di dare troppo spazio a Renzi e dice: con lui non ci stiamo. Che si fa?
«Promuovere l`alleanza fra tutti i partiti di centrosinistra non è un capriccio di Schlein, è un dato di realtà: nel 20221e nostre divisioni hanno consentito a Giorgia Meloni di vincere. Nel Pd se ne sono accorti tutti, gli altri mi pare siano rimasti fermi a due anni fa. Nei mesi precedenti le Europee siamo stati spesso oggetto di critiche da parte loro. Non abbiamo mai risposto. I risultati elettorali dimostrano che non serve attaccarci tra noi: chi lo fa perde, chi lavora per l`unità cresce».
Renzi è un partner affidabile?
«Ragioniamo sui temi, non sui nomi. Iv ha sottoscritto i referendum, combatte insieme a noi contro Autonomia e premierato, si è alleato sui territori senza porre veti. Restano distanze importanti come sul Jobs act, ma il tempo ci dirà la verità».
Conte vuol mettere in discussione la leadership di Schlein?
«Io penso che le leadership non le mettono in discussione i singoli, ma gli elettori. In politica contano i numeri: il Pd al 24% è il primo partito dell`opposizione e perno dell`alternativa. Significa che in campo ci sono due opzioni: Meloni da una parte, Schlein dall`altra. Occorre schierarsi, senza più ambiguità».
I veti sono un alibi per non farlo?
«Questa fase è molto delicata. Con due guerre in corso, la destra ci sta regalando 12 miliardi di debiti l`anno. Il mondo brucia e il governo sfascia l`Italia. Per dare una risposta ai problemi delle persone si può fare tutto tranne che dividere il centrosinistra».
Resta la domanda di sempre: come farete a sanare le fratture?
«Se l`obiettivo comune è governare il Paese per rimediare ai disastri della destra dobbiamo costruire una coalizione forte e credibile. Offrire la speranza di un`alternativa progressista e riformista in grado di occuparsi dei bisogni veri dei cittadini, diritti sociali e civili, scuola e ospedali pubblici, lavoro povero. Ma non è sparandoci addosso che ci riusciremo».


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