“Oggi la Bce ha demolito l’impianto della tassa sugli extraprofitti delle banche, invitando il nostro governo a non usarla ai fini del risanamento del bilancio.
Siamo di fronte ad un altro ‘incidente’ che costringe il governo Meloni a rivedere le sue previsioni. Dalle richieste dei ministeri è evidente una necessità minima per la manovra di almeno 30/35 miliardi. Il ministro Schillaci ne ha chiesti, giustamente, 4 per la sanità pubblica. E non possono esserci tagli o riduzioni perché questa è la cifra minima necessaria per garantire i servizi sanitari di base. Servono almeno 11,5/12 miliardi se si vuole rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale. Al momento il governo anche a causa della frenata economica e dei saldi approvati con il Def in primavera non dispone di più di 8/9 miliardi. Sarebbe ora che il ministro Giorgetti spiegasse al Paese e al Parlamento come pensa di reperire le risorse per una manovra adeguata alle esigenze del Paese. La nostra sensazione è che il Governo, che si ostina a non considerare le entrate se non attraverso condoni e sanatorie una tantum, sarà costretto ad una manovra in deficit. Ma forse sarebbe il caso che Meloni, Salvini e Giorgetti si preoccupassero, invece di fare la faccia feroce, di avere una interlocuzione costruttiva e positiva con l’Unione europea. Senza Europa il nostro Paese rischia non solo un isolamento che non ci possiamo permettere, ma anche tensioni finanziarie inevitabili”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.