“La Cassazione, nella sentenza 27711 riconosce quello che da tempo sosteniamo. Il lavoro povero, purtroppo esiste, e un lavoro per essere degno deve avere un riconoscimento retributivo proporzionato e sufficiente. È sacrosanto che il rifermento di base, per un salario sia alla contrattazione nazionale di categoria e ai contratti collettivi di settori affini. Ma questi riferimenti non possono mai comprimere il giusto livello salariale ed è importante che nella sentenza sia riconosciuto prioritario il richiamo alla Costituzione, dove all’articolo 36 si prevede che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” e altrettanto importante è il richiamo della sentenza alla direttiva europea 2022/2041 che ha l’obiettivo della “convergenza sociale verso l’alto” dei salari per condizioni di vita dignitose”. A questo punto governo e maggioranza non possono più nascondersi: basta con le meline, si affronti il tema in Parlamento e si voti una legge di civiltà”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.


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