“L’intervento del presidente Borghi e il successivo intervento del presidente Patuanelli mettono in evidenza l’atteggiamento contraddittorio della stessa Presidenza. La prego di questo di informare il presidente La Russa. Oggi la Presidenza informa l’Assemblea del collegamento del disegno di legge quando da giorni chiediamo che essa non sia più ostaggio di questa ossessione dei pieni poteri che la Presidente del Consiglio chiede, costringendo la maggioranza a questo tipo di sedute. Ci chiedete il collegamento sapendo che in questo momento stiamo andando avanti a fari spenti. È infatti da ieri che chiediamo la convocazione della Conferenza dei Capigruppo, ci si dice che non è arrivato il momento, ma il momento oggi arriva semplicemente perché noi, al termine della giornata di oggi, prevista dal vecchio calendario con termine alle ore 20, non abbiamo altro all’ordine del giorno. Immagino che tutte le colleghe e tutti i colleghi vogliano partecipare domani alla commemorazione di Giacomo Matteotti alla presenza del Capo dello Stato. Immagino vogliano esserci tutti, anche se alcuni non hanno proprio nel cuore questa commemorazione tra le priorità della giornata di domani. Rinnovo allora la richiesta di una convocazione della Conferenza dei Capigruppo. È evidente infatti che stiamo iniziando una giornata, senza sapere dove si va, con la certezza però che il calendario che avevamo previsto oltre una settimana fa è finito. Chiediamo anche, come abbiamo già detto ieri, di rivedere la quantità di tempo contingentato perché non riteniamo corretto imputare al tempo dedicato al disegno di legge di riforma costituzionale il calcolo degli interventi sull’ordine dei lavori e di interventi necessari di molte colleghe e molti colleghi dei Gruppi di opposizione”. Così in aula a palazzo Madama il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.


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