“Quasi tutti i gruppi di opposizione hanno chiesto alla Camera e al Senato che le competenze della Commissione Covid fossero più ampie. La destra al Governo ha interpretato questa commissione come uno strumento di lotta politica. Hanno scelto di non guardare cosa è accaduto nelle corsie degli ospedali, nelle Asl, nelle Regioni, anche sul piano amministrativo, e dentro le dinamiche tra tutte le amministrazioni territoriali e lo Stato centrale. Chiediamo che vengano acquisiti tutti gli atti relativi al rapporto tra lo Stato e le Regioni, tra le altre articolazioni territoriali e le stesse aziende di Stato, tra le diverse amministrazioni centrali e il Dipartimento per gli affari regionali, così come il Ministero della salute, il Dipartimento della Protezione Civile e il Ministero dell’economia e delle finanze”. Lo ha detto il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd, nel corso della riunione odierna della Commissione bicamerale Covid.
“Il rapporto dell’Oms sulla sfida senza precedenti e sulla prima risposta dell’Italia al Covid – ha proseguito Boccia – registra una differenza significativa nell’efficacia delle risposte delle Regioni all’emergenza, differenze che incisero sul numero dei posti nelle terapie intensive e sub intensive e, quindi, anche sulle morti. Il Ministero della salute guidato dal Ministro Schillaci scrive nel 2023 che, nel 2020, metà delle Regioni italiane non è riuscita a garantire i Lea e ha avuto una significativa difficoltà ad offrire le cure essenziali per la pandemia. Ricordo a tutti che gran parte degli acquisti del 2020 non riguardavano solo le mascherine, tanto care all’attuale maggioranza, ma soprattutto apparecchiature, a partire dai respiratori e altro materiale per allestire posti nelle terapie intensive e subintensive, talmente in crisi che per alcune Regioni, a partire da Regione Lombardia, il governo di allora ha dovuto fare ricorso al sistema CROSS, spostando costantemente, per mesi, pazienti in terapia intensiva in altre Regioni se non in altri Stati. Noi chiediamo che la storia della pandemia sia ricostruita da questa Commissione Covid passo per passo, entrando nel merito delle decisioni e del rapporto tra l’allora governo Conte2, la maggioranza paralamentare, le opposizioni, le Regioni, esaminando le competenze, le omissioni e anche la fuga dalle responsabilità. Tutto quello che chiediamo è agli atti dello stesso Dipartimento per gli affari regionali. Da questo confronto, che è stato negato in aula, dovranno venire fuori le motivazioni che portarono alla nascita dell’ufficio del Commissario per l’emergenza Covid. Arcuri non chiese di fare il Commissario, Arcuri fu pregato dall’intero Governo perché Invitalia, da lui guidata, era l’unica azienda, in piena emergenza, in grado di rispondere alle esigenze dei territori. Anche perché alcune aziende dello Stato, a partire da Consip, erano totalmente incapaci di acquistare anche un lotto di respiratori in quelle condizioni. Così com’è agli atti del comitato operativo della Protezione civile che le Regioni stesse implorarono il Governo di aiutarle a cercare i materiali sanitari in giro per il mondo. Alcune scelte poi, come quella di Regione Lombardia di trasferire i pazienti Covid nelle Rsa, causarono veri e propri disastri e contagi, di cui non si è mai discusso e che, invece, vorremmo analizzare nel quadro delle audizioni sulla gestione della pandemia. Noi chiediamo che tutti i soggetti coinvolti, dal primo ospedale, lo Spallanzani, ai pazienti, passando per l’Oms, la Protezione civile, il Commissario, i medici volontari, arruolati grazie alla Protezione Civile per intervenire nelle regioni del Nord che erano in gravissima crisi (anche per aver completamente smontato la prevenzione territoriale pubblica), vengano auditi sul modello di gestione della pandemia e sulla valutazione delle diverse articolazioni dello Stato. Siamo disponibili a riunioni della Commissione il venerdì, il sabato, la domenica e il lunedì, per non intralciare gli altri lavori parlamentari. Un giudizio definitivo sul lockdown, tanto criticato da chi ora è maggioranza – conclude Boccia – potrà essere espresso solo dopo aver ricostruito la verità dei fatti attraverso gli atti, i numeri, le testimonianze e la scienza che, spesso, viene addirittura contestata da questa maggioranza”.


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