Se il governo segue la proposta di Calderoli «sull’autonomia e asseconda la Lega nell’esautorare il Parlamento farà danni irreparabili per il Paese, spaccandolo in due, Ma noi non glielo consentiremo».
Francesco Boccia, senatore dem e responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale, promette »una battaglia durissima» contro il progetto autonomista disegnato dal ministro Roberto Calderoli.

Senatore Boccia, il governo sembra aver trovato l’intesa per portare in consiglio dei ministri il disegno di legge leghista per l’Autonomia, scambiandolo con la definizione di un crono-programma sui poteri speciali di Roma Capitale e il presidenzialismo. In pratica si accelera, anche se pare siano stati posti dei paletti. Che ne pensa?

«Il vertice di governo di ieri (mercoledì ndr) è stato esclusivamente un’operazione di propaganda a fini elettorali. L`obiettivo è mandare un messaggio a Milano e dire “guardate che facciamo l’autonomia” per conquistare la Regione Lombardia. Sempre con la speranza che gli elettori del Lazio non capiscano il tradimento che c’è dietro. Non solo perché l’autonomia che stanno progettando spacca il Paese, ma perché su Roma Capitale per ora ci sono solo parole e sul presidenzialismo invece sanno che non lo faranno mai. Se c’è una cosa che gli italiani non gli permetteranno di toccare è la figura del Presidente della Repubblica come garanzia. Al massimo si arriverà a un premierato forte- che per il Pd andrebbe benissimo – ma dicono una cosa e ne fanno un`altra. E Fratelli d’Italia così si mostra sempre più debole».

Cosa intende?

«Già hanno acconsentito ad inserire in Legge dl Bilancia la norma che consente l’approvazione dei Lep attraverso i dpcm. Una follia. I livelli essenziali della prestazione sono quelli che determinano la definizione di un
conto da pagare al Centro e al Sud, alle aree interne e quelle di montagna. Non può essere relegato ad un atto amministrativo. Parliamo di una cifra che va dagli 80 ai 100 miliardi di euro e tocca scuola, assistenza, sanità e trasporto pubblico locale. Serve una legge ordinaria approvata dal Parlamento perché quando fissi i meccanismi perequativi devono durare nel tempo. E tutto questo non c`è. Al momento in legge di bilancio c`è solo una norma che istituisce una fantomatica cabina di regia dentro al governo per fissare i parametri insieme a delle commissioni tecniche. Il Parlamento entra in gioco solo per un parere consultivo, e questa è una vergogna concepita da quel furbacchione di Calderoli>.

Eppure qualche dem in primis lei e il governatore emiliano e candidato alla segreteria Stefano Bonaccini, l’autonomia hanno provato a farla.

«Aspetti, è diverso. Nel mio ddl del 2020 eravamo arrivati ad un voto unanime in conferenza Stato-Regioni e in conferenza unificata perché stabiliva che l’autonomia non si applica attraverso l’articolo 116 comma 3 della Costituzione, ma con l’attuazione parallela degli articoli 117,118 e 119. Questi presuppongono che con l’intesa per l’autonomia i poteri non vanno solo alle Regioni ma anche agli enti locali. L’alternativa è passare a un modello di centralismo regionale. Quello che noi diciamo quindi è che l’autonomia ha senso solo se dopo aver definito i Lep e aver ridotto le disuguaglianze tra i territori, attui il principio di sussidarietà e dai potere anche ai comuni. Solo così hai rafforzato l’unità nazionale come chiede Sergio Mattarella».

Nelle intenzioni dell’esecutivo le riforme avranno percorsi più o meno paralleli. Il Pd come risponderà?

«Io penso che nessuno si sottrarrà ad un confronto parlamentare serio sulle riforme. Sull’autonomia l’ho già detto, è l’attuazione di un pezzo del titolo V e non ci vede contrari a prescindere.
Ma se accelerano con le modalità che dicono faremo ostruzionismo, chiunque sarà il nostro prossimo segretario. Sul presidenzialismo invece ci sediamo a trattare solo se non è in discussione la figura del Capo dello Stato. Dio solo sa cosa sarebbe successo se da Tangentopoli in poi non ci fossero state figure di garanzia a tenere le istituzioni a riparo dalle debolezze della politica. Se invece si discute di un premierato forte per noi va bene, ma serve una nuova legge elettorale e un rafforzamento anche del Parlamento. Sui poteri per Roma infine c’è poco da dire. Noi siamo sempre stati favorevoli ma al momento questo governo non ha fatto assolutamente nulla».


Ne Parlano