Nel Partito democratico “stiamo facendo un congresso vero e egli elettori potranno scegliere tra due linee chiaramente alternative. Con Meloni a Palazzo Chigi serve un PD chiaramente di sinistra, senza tentennamenti su temi come il lavoro e il superamento del Jobs Act. Per noi la strada e’ quella dei contratti a tempo indeterminato, del salario minimo e della protezione dei nuovi lavori al tempo della societa’ digitale. Cosi’ sul clima: non basta evocare il tema, bisogna dire un chiaro no al consumo del suolo e un si’ all’economia circolare. Su tutti questi temi Schlein ha le carte in regola e va molto oltre anche la stessa storia del nostro partito perche’ allarga e unisce, finalmente, la sinistra italiana”. Cosi’ Francesco Boccia, senatore PD e coordinatore politico della mozione Schlein al Congresso, in un’intervista al Manifesto. “E’ il momento che il timone lo prenda la generazione dei 30-40enni – aggiunge Boccia – che puo’ riconnettere il partito con quel mondo di giovani in cui dilaga l’astensione perche’ si e’ persa la speranza di una politica che migliori le loro vite. Con Schlein finira’ anche l’abbaglio di un partito che su alcuni temi come lavoro e immigrazione scimmiotta la destra, cosi’ come non serve inseguire un fantomatico centro che non esiste nei valori e nell’idea di societa’ ma solo nel ceto politico. Il futuro politico nel Paese sara’ una scelta tra la destra di Meloni e la sinistra di Schlein. Per una nuova stagione servono nuovi interpreti. Elly e’ la vera novita’. Dall’altra parte, piaccia o no, ci sono interpreti di stagioni diverse che hanno tutte esaurito il loro legittimo ciclo. A partire da quelli che hanno assecondato le stagioni della Leopolda, ma questo ragionamento vale per tutti perche’ la societa’ cambia e un grande partito popolare deve modellarsi al cambiamento della societa’, mantenendo forte l’ancoraggio alle radici di sinistra. Se parliamo di amministrative le abbiamo vinte tutte dal 2020 a giugno 2022 mentre con il Pd degli anni 2015/2017 le perdevamo. Ma questi confronti non servono piu’, siamo in un’altra fase politica. E a chi da’ lezioni sulle politiche e’ il caso di ricordare che in Italia le ha vinte solo Romano Prodi. Non vorrei che qualcuno cercasse di presentare come nuova una rottamazione 2.0: la prima si e’ gia’ rivelata un fallimento”, conclude.


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