“La seconda volta che ci siamo parlati mi ha detto: ‘si inizia da zero ma guarda che vinciamo eh, io non lo faccio mica per partecipare’. Io le risposi: ‘bé, sei abbastanza matta per farlo’. Per uno come me, sempre controcorrente, appoggiarla è stato inevitabile: lei è l’underdog, una forza della natura, rappresenta tutto quel che serve al Pd, la sinistra del futuro. Lei serve al Pd come il pane: va dritta, è radicale, netta, ed è in grado di arrivare alle nuove generazioni, è un gancio straordinario per i ragazzi di oggi, per i 20enni”. Lo dice all’Adnkronos il senatore dem Francesco Boccia, commentando la vittoria alle primarie dem di Elly Schlein ed escludendo “categoricamente possibili scissioni”. Con la sua guida “si batte la destra, si punta a diventare primo partito già alle prossime europee”, nel 2024: “possiamo davvero farcela”. Anche a fermare l’opa del M5S e di Giuseppe Conte? “Io credo che questo sia un Pd che può fare il magnete di un fronte alternativo alla destra – replica Boccia -. Uno dei motivi che mi ha portato a credere in un’alleanza difficile, faticosa da costruire, era la convinzione che il Pd avesse la necessità di espiare una pena, la pena degli errori passati, quando si era messo sulle spalle quasi interamente le responsabilità di tanti governi, staccandosi dalla base e finendo per essere percepito come partito dell’establishment”. “Elly, con la sua sfida, riconnette sentimentalmente il Pd al suo popolo, quindi anche con gli altri partiti”, potenziali competitor, “penso si possa discutere nel merito, partendo dalle battaglie parlamentari. Su questo, credo si possa partire con Elly da sfide che abbiamo in comune: dal salario minimo al clima, dalla battaglia sull’autonomia differenziata a quelle sul lavoro. Ci sono tante battaglie parlamentari che possiamo portare avanti insieme”. E’ dunque una vittoria che facilita il ritorno all’alleanza col M5S? “Facilita di sicuro la costruzione di un fronte ampio – risponde Boccia -, ma aspettiamo di vedere i fatti”. Quel che è certo, per Boccia, “è che l’Italia, da sempre considerato un Paese conservatore, resistente al cambiamento, si ritrova oggi con due leadership femminili, molto forti e identitarie, è un fatto che porta, all’improvviso, il nostro ad essere considerato come un Paese da prendere ad esempio”. A chi gli domanda se lo abbia reso più felice l’ampia partecipazione o la vittoria di Schlein, “le due cose si tengono – risponde -, senza una grande partecipazione, magia delle primarie, questa vittoria non ci sarebbe stata: più gente andava a votare più diventava probabile la rivoluzione di Ely. Dovremmo trovare un momento per tributare Arturo Parisi, riconoscendogli il merito di aver costruito una cosa unica, che consente ai grandi partiti in difficoltà – il Pd lo è stato più volte e stavolta lo è stato particolamente – di rigenerarsi con un bagno di democrazia”. Infine, un pensiero per Bonaccini: “è stato corretto e generoso, un gentiluomo. E’ un grande amministratore e servirà tutto il suo impegno nel partito, quello che ha fatto dentro il Pd e fuori sarà importante per ripartire”.


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