“Ieri Schlein ha detto parole chiare sulla natura pluralista del Pd. Io sto a questo. E aggiungo che tutti quelli che negli ultimi anni sono andati via hanno sempre avuto torto, lo dice la storia. E poi dal giorno dopo il congresso si sono iscritte 30mila persone nuove: varranno un po’ di più dei 31 di Genova, o no?
L’alternativa alla destra si costruisce dentro il Pd. Se la società cambia, devono cambiare pure i partiti. Ed Elly incarna bene questo cambiamento. Perciò ritengo la querelle riformisti contro massimalisti una polemica goffa. Dopodiché la linea è quella che vince il congresso, non può essere un’altra. Come ha fatto Meloni a destra, Schlein ha dato una risposta a una domanda nuova di politica che viene da sinistra. Imprimendo al Pd un profilo culturale molto spinto attraverso alcune battaglie identitarie: salario minimo, lotta al precariato e ai cambiamenti climatici, scuola e sanità pubblica.
Il nuovo Pd è una forza di sinistra moderna, europea, aperta al mondo e al dialogo con le nuove generazioni. Una cosa che non c’entra nulla con gli schemi del passato. Da quanto non avevamo le piazze piene? Il Pd è tornato empatico, abbiamo ristabilito una connessione sentimentale con il nostro popolo. Basta per vincere le elezioni? No. Per aprire una fase politica nuova sì, e sta avvenendo.
Mi auguro che di qui al 9 giugno 2024, quando si voterà, vogliano tutti combattere anima e corpo contro la destra. Anzi, mi piacerebbe che l’intera classe dirigente del Pd si candidasse in prima persona per vincere. Se me lo chiedono, io lo faccio. E vorrei che lo dicessero tutti”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una intervista a Repubblica.