C`è da scomodare la psichiatria per il Pd campano. Parola di Francesco Boccia, commissario del partito e al termine del suo mandato iniziato a giugno. Cita lo stato psicologico della vittima di un sequestro che arriva a nutrire sentimenti positivi per il suo aguzzino. «Non penso che il presidente De Luca abbia forzato la gente a stare tutti da una parte al congresso – dice Boccia a margine della conferenza stampa – ma è una sorta di sindrome di Stoccolma delle seconde fasce. Ci sarebbe da scrivere un trattato sociologico sul congresso del Pd». È l`ultima ora di Boccia commissario, ora la palla passa a Franco Roberti, magistrato ed europarlamentare che presiederà la commissione per il voto degli iscritti. Colpisce lo squilibrio di forze: De Luca, consiglieri regionali e le principali correnti dem sono dalla parte del candidato alla segreteria nazionale Stefano Bonaccini. Mentre solo la Sinistra e pezzi dell`ex ministro Dario Franceschini con Elly Schlein. «Neanche nella mia Puglia c`è questa cappa, tutti da una parte», scherza il senatore-commissario. Eppure era stato Boccia – schierato con Schlein a differenza del governatore Michele Emiliano in Puglia – a difendere De Luca anche dopo il flop delle Politiche. «Senza De Luca saremmo all`opposizione in Regione», diceva a ottobre. Pentito? «De Luca sarà giudicato dagli elettori della Campania sulle cose di competenza della Regione», taglia corto Boccia. E il terzo mandato a Palazzo Santa Lucia? «La legge dice che i mandati sono due, non tre – puntualizza Boccia – dovrebbe cambiare la legge, il Pd si era espresso a favore del terzo mandato per presidenti di regione e sindaci. Ma se la destra pensa di dare il terzo mandato e in cambio togliere il doppio turno per le elezioni dei sindaci, è no su tutta la linea». Roba da far fischiare le orecchie allo Sceriffo. Intanto per i congressi locali niente primarie come pure si era assistito in passato: parola ai circoli dal 3 al 12 febbraio, candidature entro il 27 gennaio, dice il regolamento di Boccia. Si eleggono così il segretario regionale e i segretari provinciali dove le federazioni sono commissariate o i segretari in scadenza. Tradotto: si votano i segretari di Caserta, Benevento. E pure quello di Napoli se Marco Sarracino, in carica, neo deputato da settembre, si dimetterà come sembra. Il fatto è che il fronte così ampio per Bonaccini in Campania, in tandem con l`europarlamentare Pina Picierno, rischia di scontrarsi sui congressi locali. Con le mani di De Luca sulla segreteria campana. «Auspico più candidature per il regionale», sorride Boccia. Poi non risparmia la stoccata: «Non mi preoccupo di chi va con chi. Se sui territori ci si mette insieme per evitare che l`avversario ti superi nella gestione del potere interno, è un meccanismo che non mi appartiene. Io faccio i congressi con chi ha la mia stessa idea di società. Si vive bene anche all`opposizione». E il senatore dem entra nella contraddizione dell`ala Bonaccini: vedi alla voce “Autonomia differenziata” e la giravolta del governatore emiliano a favore del regionalismo col governo Gentiloni e ora critico verso l`impostazione leghista. «Non siamo ipocriti sull`Autonomia – insiste Boccia – vedo che ora è chiaro ad alcuni nostri compagni del Nord che prima si mettono le risorse sul tavolo e poi si decentra. Ora tutti dicono “prima i Lep (livelli essenziali delle prestazioni, ndr), mancano 80 miliardi al Sud”. Sembravamo pazzi fino a due mesi fa, noi che lo dicevamo. È la magia del congresso». Ma l`ultima ora da commissario è buona per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «In questi mesi ho trovato un partito con tanti militanti, tanti eletti ma povero – dice Boccia – è inaccettabile per una regione come questa. Il simbolo è Caserta: in 104 comuni, abbiamo 5 circoli funzionanti». Un partito povero anche nelle casse. «Abbiamo un debito – conferma Boccia – del valore di decine di migliaia di euro. Alcuni eletti non pagano. Ho passato parte del tempo a fare transazioni con chi non adempiva ai propri doveri». È un attacco diretto a consiglieri regionali e deputati: «Non si scambiano le sezioni per comitati elettorali ma si partecipa a un partito. Anziché occuparsi di rodei, consiglio a tutti di fare vita associativa».


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