“Per nascondere le sue divisioni, dalle tasse alla politica estera, il governo sta trasformando il confronto istituzionale in uno scontro permanente, mettendo in atto una pericolosa torsione autoritaria. Non sfuggirà a nessuno come si utilizzi la superiorità numerica in Parlamento per alzare la tensione e forzare persino su leggi che in una democrazia matura avrebbero bisogno di un’ampia condivisione.
Non si è mai visto che una riforma costituzionale, che peraltro tocca un tema delicato come la separazione delle carriere in un frangente dove si registra uno scontro inedito e drammatico tra potere esecutivo e giudiziario, sia partita a scatola chiusa fin dall’inizio. La destra ha deciso di portare in aula la riforma senza che i lavori siano conclusi in commissione, addirittura senza mandato del relatore. Sono talmente allergici al confronto parlamentare e insofferenti nei confronti di qualsiasi istituzione o potere terzo che pur di evitare e superare la fase dell’esame degli emendamenti in commissione hanno proceduto con una gravissima forzatura che dimostra l’idea autoritaria che la destra ha del potere. La premier e il Guardasigilli non vogliono modifiche, non vogliono dialogo e confronto, pretendono di imporre una riforma che non va cambiata di una virgola per non compromettere il volgare baratto di potere su cui si regge il governo.
Dalla riforma della giustizia all’autonomia differenziata, su cui per fortuna si è abbattuta la scure della Corte Costituzionale, dal decreto cosiddetto sicurezza che è un insieme di norme liberticide spacciate per sicurezza al premierato, dall’indebolimento di Corte dei conti e Anac. Per non parlare dell’istituzione del comitato etico sul fine vita che finisce con il caratterizzarci come uno stato etico e teocratico e della nuova forzatura sul terzo mandato.
La destra sta minando i fondamenti dello stato di diritto e temiamo che questo metta a dura prova la tenuta della nostra democrazia perché quando ci si spinge progressivamente oltre i confini tradizionali del potere esecutivo, si rende meno solido il sistema di pesi e contrappesi su cui si regge il sistema politico. E questa è una questione che dovrebbe riguardare ognuna e ognuno di noi, ancora di più oggi, in un momento dove i sistemi democratici nel mondo mostrano grandi segnali di grande crisi”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia questa mattina all’assemblea del gruppo Pd in vista della discussione sulla riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati.
“Siamo di fronte ad una riforma che finirà con il paradosso di ampliare i poteri del PM nel breve periodo (che è assolutamente in contrasto con il finto intento garantista che anima la riforma) e che nasconde neanche troppo velatamente l’intento dell’esecutivo di riportare sotto il suo controllo il pubblico ministero secondo il modello polacco o ungherese tanto caro a questo governo ma in aperto contrasto con i principi costituzionali e con la normativa sovranazionale.
Diciamo che il governo italiano è perfettamente in linea con Donald Trump, quello che sta trasformando la democrazia americana in un’autocrazia, che sta abbattendo a colpi di ordini esecutivi l’ordine costituzionale statunitense. Ecco, tra le pulsioni autoritarie che appartengono alla destra di governo la prima è rappresentata dall’intenzione di mettere mano a riforme importantissime a colpi di maggioranza con il Parlamento che è diventato davvero un inutile orpello”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia questa mattina all’assemblea del gruppo Pd in vista della discussione sulla riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati.