“Con la legge sull’autonomia differenziata si cristallizzano le diseguaglianze. Le aree interne e di montagna che ci sono anche al nord, e sono il 53 % del territorio, continuano ad avere un ritardo di sviluppo. Oggi c’è una Italia di serie A nelle aree metropolitane, anche se le periferie di queste aree hanno grossi problemi, e una Italia di serie B, nelle aree interne, dove c’è un ritardo strutturale e che avrebbe bisogno di più scuola, più sanità, più trasporti. Il federalismo alla Calderoli è irrealizzabile e un federalismo all’italiana non c’è mai stato. In italia c’è un regionalismo che può e deve essere organizzato e coordinato nell’ambito della finanza pubblica nelle mani dello Stato. Servono 80-100 miliardi. Il governo li ha? Discutiamo. Noi non siamo contrari all’Autonomia, principio scritto in Costituzione. Ma quando due regioni guidate da Fontana e Zaia cercano la scorciatoia dell’articolo 116, con riferimento solo al comma 3, ignorando il principio della sussidiarietà ricordato sempre dal presidente Mattarella non ci siamo. Il titolo V deve essere applicato nella sua totalità. Applicando solo un comma di un articolo, quello che riguarda il portafoglio, la legge Calderoli compie un inganno. I rilievi della Corte Costituzionale sono chiari a questo proposito: servono risorse per ridurre le diseguaglianze. E queste risorse non ci sono. Vediamo cosa farà la maggioranza. Di fronte ai rilevi della Corte un governo serio avrebbe già calendarizzato un confronto parlamentare per correggere la legge. E invece tutto tace. La verità è che la maggioranza è divisa, vive di scambi di potere tra autonomia e premierato, e ora ha fermato tutto”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia questa mattina a Il Rosso e il Nero su Radio1 Rai.
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