“La sostenibilità non è un’opzione tra le tante: è il fondamento di ogni civiltà che vuole durare. L’ambiente non è una risorsa da consumare per il presente, ma un diritto fondamentale delle generazioni future. E chi governa non può eludere questa responsabilità.
I giovani lo gridano ogni giorno, con coraggio e visione. Le loro voci non sono un rumore da rassicurare con una pacca sulle spalle. Sono un appello alla coscienza collettiva, una chiamata intergenerazionale a cui la politica ha il dovere di rispondere.
L’Europa ha scelto la strada giusta: con la direttiva 2024/1760 sulla due diligence di sostenibilità, le imprese saranno obbligate a rispondere concretamente dell’impatto che producono su diritti, lavoro e ambiente. Non più scelte volontarie, ma responsabilità giuridiche.
È un cambio di paradigma. La sostenibilità entra nel diritto, nell’economia, nella politica. E impone a chi ha responsabilità pubbliche di alzare lo sguardo: ogni decisione di oggi ricade su chi verrà domani. Come ha ricordato la Corte costituzionale tedesca, l’ambiente è un diritto delle generazioni future.
Per questo chiediamo coerenza: se le destre trovano le risorse per aumentare la spesa militare, trovino anche quelle per finanziare con serietà la transizione ecologica. Non c’è giustificazione per uno squilibrio così grave.
L’Italia deve fare la sua parte. Serve rigore nel recepire la direttiva europea e coraggio nel rilanciare strumenti di misurazione del progresso sostenibile come il Bes (Benessere Equo e Sostenibile), a partire dalla prossima riforma della legge di bilancio. Non c’è democrazia senza futuro. E non c’è futuro senza giustizia climatica”. Così Francesco Boccia, presidente dei Senatori del Partito Democratico, intervenendo a Termoli al convegno su “Impresa e sostenibilità ESG dopo la Direttiva UE 2024/1760 (CSDDD)”, organizzata dall’Università degli studi del Molise.