“Da un lato la Premier Meloni e il suo governo strizzano l’occhio agli evasori con condoni e concordati, dall’altro mettono in vendita, svendendo però i cosiddetti gioielli di famiglia e confermando la grande difficoltà e la loro totale mancanza di visione strategica e di politica industriale. Questa destra vuole solo far cassa per coprire i buchi enormi della manovra di bilancio, più volte denunciati dal Pd nel dibattito sulla manovra”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una nota. “Le privatizzazioni con cui il Governo Meloni spera di incassare 20 miliardi nel triennio – continua il senatore dem – sono un azzardo che mette a rischio l’infrastruttura stessa dell’Italia, come Poste per esempio, che con la sua presenza sul territorio rappresenta un punto di riferimento per i risparmiatori italiani. Lo stesso discorso vale per Ferrovie dello Stato e, se si vuole davvero raggiungere il folle obiettivo dei 20 miliardi, diventa impossibile non intervenire sulle quote di maggioranza relativa di Eni, per cui sarebbe liquidabile un 12,35% (incasso ai valori attuali di almeno 6 miliardi), di Enel (il 3,6% di Enel vale 2 miliardi), di Leonardo (un 10,2% di Leonardo a 0,79 miliardi), di Terna (il 9,8% di Terna vale circa 1,39 miliardi), di Snam (l’11,3% di Snam a 1,66 miliardi). Oltre alla vendita di MPS che sarebbe interamente ceduta, da impegni con l’Ue, e il Mef dal suo 39% potrebbe ottenere 1/1,2 miliardi. Così come per Ita Airways che è in vendita, una volta ceduta la prima ‘tranche’ del 41% a Lufthansa per 325 milioni, completare la cessione frutterebbe altri 309 milioni. Risorse limitate rispetto agli obiettivi di bilancio. E comunque parliamo di operazioni meramente finanziarie che ci auguriamo che il governo smentisca immediatamente. Per arrivare ai 20 miliardi indicati in manovra, dovrebbero cedere quote maggiori di controllo di ciascuna delle principali società, con rischio di perdita anche del controllo azionario. Inoltre sulle stime, in ragione dell’urgenza delle operazioni da fare in tempi ristretti, c’è il forte rischio di deprezzamento del valore azionario delle società coinvolte”. “Da quando era all’opposizione – continua Boccia – sulla privatizzazione di Poste come di altri asset Meloni ha fatto un’inversione a U, con un’incoerenza totale. Noi siamo preoccupati perché non vediamo una strategia, una politica industriale degna di un paese del G7, ma solo interventi puntuali con l’obiettivo di fare cassa e di tirare a campare. E’ così per l’ex Ilva, è così sui grandi tavoli di crisi industriale in cui il governo è assente. E’ purtroppo così anche sul Pnrr, con decine di miliardi di progetti andati in fumo. Ed è così sulle privatizzazioni, messe in legge di Bilancio per finanziare altre misure elettorali e di piccolo cabotaggio. Quando capirà la Premier Meloni di dover governare invece che fare solo campagna elettorale? In gioco ci sono le sorti del Paese, così Meloni – conclude Boccia – svende e impoverisce l’Italia”.
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