Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, i referendum non sono un rischio per voi, visto che il quorum è un miraggio?
«I referendum sono una grande prova di democrazia. È il momento in cui si dà la possibilità ai cittadini di esprimersi su questioni che toccano la vita delle persone. Il Pd ha scelto di votare 5 sì. E da grande partito democratico, che ha a cuore la partecipazione, si impegnerà per portare ai seggi il più alto numero di votanti. Quello che è grave è che governo e maggioranza, a partire da autorevoli esponenti delle istituzioni, invitino a non andare a votare. Io resto convinto che la partecipazione sarà buona e che la grandissima maggioranza voterà sì. Se voteranno più dei 12,3 milioni che hanno consentito a Meloni di andare a Palazzo Chigi sarà un avviso di sfratto al governo. Ero convinto e lo sono ancora di più oggi che questo nella società italiana sia un governo di minoranza».
I referendum servono a regolare i conti con i riformisti?
«Falso. I referendum servono a difendere principi fondamentali. Solo due quesiti riguardano il Jobs act e continuare a dire che è solo ed esclusivamente una questione che riguarda il dibattito del Pd è un modo per nascondere una realtà seria e grave: quella della precarietà e del lavoro povero che è stata introdotta dalla liberalizzazione totale dei contratti a termine. Schlein ha schierato il Pd sul sì, perché tutti siamo convinti che sia il modo migliore per tutelare i lavoratori. E H sì al referendum sulla cittadinanza è una scelta di civiltà».
Se si approva il referendum sul Jobs act si torna alla Fornero che, in caso di licenziamento, prevede un indennizzo minore dell`attuale.
«No. Il referendum cancella la parte ingiusta del Jobs act. Se il referendum venisse approvato si tornerebbe al sistema precedente: quello dell`articolo 18 così come modificato dalla Fornero. In alcuni casi sarebbe possibile il reintegro nel posto di lavoro e non soltanto il risarcimento, che il giudice può decidere comunque di aumentare».
Vi schiacciate sulla Cgil?
«Noi ci schieriamo con i lavoratori. Difendiamo i diritti. Non siamo schiacciati su niente e nessuno. Il quesito sui licenziamenti illegittimi riguarda oltre 3,5 milioni di lavoratori. Quello sulle maggiori tutele per le piccole imprese 3,7 milioni. E quello sulla sicurezza ci racconta di 500 mila denunce annuali per infortunio e 1000 morti l`anno. Chi non fa votare farà fatica a guardarsi allo specchio per la vergogna».
Meloni non era in Ucraina con gli altri leader europei…
«La politica estera si fa anche con la presenza e la guida dei processi politici. Non in smart working. In un momento delicatissimo per l`Europa e per l`Ucraina, scegliere di non esserci indebolisce il ruolo dell`Italia».
Criticate Meloni su Gaza.
«il governo di fronte ai crimini compiuti a Gaza da Netanyahu e dal suo esercito fino ad ora ha taciuto. Abbiamo sempre condannato quanto compiuto da Hamas il 7 ottobre e la nostra posizione sul Medio Oriente è trasparente. Su Gaza ci saremmo aspettati subito parole chiare da Meloni e da Tajani che invece vedo nervoso. Netanyahu ha detto “nei prossimi giorni entreremo a Gaza”, che ne pensa Meloni? Speriamo che a fine mese, quando Tajani verrà in Parlamento, Gaza ci sia ancora».
Intanto in Italia i lavoratori sono sempre più poveri…
«Il lavoro e la sanità pubblica rappresentano i principali fallimenti del governo Meloni. Cassa integrazione alle stelle: nel 2024 sono state fatte 495 milioni di ore e nel 2025 le supereremo. Salari a -8% rispetto al 2021, tasse in aumento, accise sempre più su e bollette fuori controllo».
Congresso del Pd nel 2026?
«Lo deciderà la segretaria».
Che si aspetta dal Papa?
«Un missionario ago stiniano che conosce gli ultimi della terra e sceglie di chiamarsi Leone, dichiarando come emergenza del pianeta la rivoluzione capitalistica dell`intelligenza artificiale, ha già indicato la rotta: giustizia sociale, lotta alle diseguaglianze, pace. l Pd si riconosce nei valori dell`umanesimo democratico».


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