“La Ministra Calderone ieri in Aula al Senato ha pronunciato una frase tanto banale quanto sconcertante: ‘nel lavoro la soluzione alla povertà’, ma il nodo è come lo Stato offre un sostegno ai più poveri e come crea opportunità di lavoro a cittadini e cittadine in condizioni di difficoltà e, spesso, anche non scolarizzate. La povertà non è una scelta di vita”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una intervista a Fanpage.
“Hanno intercettato un nemico: gli ultimi, il Sud, l’Italia delle aree interne che si spopolano, gli enti locali che non possono ribellarsi. Si è visto con la cancellazione del Reddito di cittadinanza, con il No al salario minimo, con il No ai nostri emendamenti alla delega fiscale con cui chiedevamo che si istituisse un fondo di perequazione in favore delle Regioni con minore capacità fiscale per abitante, per garantire il superamento delle disuguaglianze sul nostro territorio”.
Se il governo avesse avuto davvero l’intenzione di dialogare con le opposizioni sul salario minimo – continua Boccia – non avrebbe rinviato tutto a settembre buttando la palla in tribuna. Quanto avvenuto dimostra che il governo di Giorgia Meloni è in fuga dalla realtà. Giorgia Meloni sa benissimo che sotto i 9 euro non è lavoro ma sfruttamento e il rinvio a settembre è l’ennesimo, ulteriore, schiaffo a un pezzo di paese”.
“Sul PNRR – conclude Boccia – noi insistiamo nel chiedere al governo il rispetto delle principali finalità: la transizione ecologica non si doveva toccare e l’hanno stravolta, gli enti territoriali erano soggetti attuatori per oltre il 60% e li stanno commissariando, scuola e sanità erano capisaldi e ora c’è il caos. Se non vogliono ascoltare il PD, ascoltino almeno le Regioni, che com’è noto sono per lo più di destra, e che senza i fondi europei temono il serio rischio che si blocchino i cantieri, che centinaia di opere non vedano la luce o restino, addirittura, incompiute, soprattutto nelle periferie”.