«Matteo Salvini non ha difeso i confini nazionali, ha distrutto i confini dell`umanità e dello Stato di diritto. E da Meloni mi aspettavo maggior senso delle istituzioni». Francesco Boccia, presidente del gruppo pd al Senato, è a Milano per la chiusura della festa dell`Unità: «La nostra estate militante non si è mai fermata», rivendica.
Per Salvini è stata chiesta una pena severa.
«Non commento le decisioni dei giudici, tanto meno una richiesta di pena. Dico solo che l`arroganza, spesso, rovina ogni traccia di intelligenza ed è il caso di Salvini».
Salvini per lei non ha «difeso l`Italia», come sostiene?
«Tenendo 147 disperati in ostaggio per 19 giorni? Che coraggio. In realtà con quella decisione Salvini ha distrutto i confini dell`umanità e dello Stato di diritto. Ha provato a cambiare i connotati del Paese in nome del sovranismo. il patrimonio culturale della destra. Ma prima di qualsiasi volontà politica ci sono le leggi che vanno rispettate, soprattutto dai ministri. Ci sono i principi, come quello che il
salvataggio in mare è a fondamento della convivenza. Per fortuna esistono poteri terzi che difendono i principi di civiltà che la propaganda di Salvini voleva stravolgere».
Chiedere sei anni di carcere non è «incredibile», come sostiene la premier?
«Incredibile è che la presidente del Consiglio sia rimasta in silenzio sul patteggiamento di Toti in Liguria, che improvvisamente cambia il quadro con l`ammissione dell`esistenza di un sistema non lecito e viene fatto passare per un momento “amaro ma di sollievo”. Mentre invece si esprime su una richiesta di pena per Salvini. Io suggerisco un maggiore senso delle istituzioni che si servono».
Dice che non avrebbe dovuto difendere Salvini?
«Ha manifestato quel principio di indulgenza applicata agli amici che fa passare nel Paese una cultura della violazione sistematica delle regole, alla base dei diritti di tutti».
Il governo fronteggia diverse battaglie, una è quella in Europa: voterete per Fitto?
«Il voto sarà per la Comissione, non per i singoli. Il nodo non è Fitto, che nonostante le divergenze sulla gestione del Pnrr stimo, ma quello che andrebbe a rappresentare nella Commissione europea. In quel ruolo consoliderà l`idea di un`Europa più forte, più sociale, più vicina ai diritti e ai più fragili? O sarà il ponte auspicato dei sovranisti verso i popolari per far avanzare idee nazionaliste e antieuropeiste? Noi siamo sempre dalla parte dell`Italia europeista. Fitto sa quali sono i confini di questo confronto politico».
Cosa crede che manchi nella finanziaria che si delinea?
«Prima di tutto le risorse: parlano di 25 miliardi ma gliene servono minimo 30. Temiamo che come sempre la destra alla fine per far quadrare i conti taglierà la spesa e le pensioni, a danno di scuola, sanità e imprese».
A favore o contro la tassa sugli extraprofitti bancari?
«Lo scorso anno la Bce ha già demolito l`impianto di una norma di questo tipo, invitando il nostro governo a non usarla ai fini del risanamento del bilancio. Adesso ci riprovano. Vedremo come. Non siamo contrari in via di principio. Ma la verità è che il governo non sa come affrontare le necessità dei conti. Si parla di sgravi per i figli, extraprofitti delle banche… Ma sono stretti tra le incoerenze di FdI, il vannaccismo di Salvini che tutto fa tranne il ministro dei Trasporti, e FI che dà segni di insofferenza».
Anche il Pd ha le sue difficoltà: tra distanze sulla politica estera e resistenze a riprendere Renzi nel centrosinistra, comporrete questo campo largo?
«E da un`estate che i salotti dibattono di qualcosa che avverrà forse nel 2027. Noi siamo concentrati sul voto in Liguria, Umbria, Emilia-Romagna. Siamo uniti e nessuno ha posto veti. Ho fiducia».
Però i sondaggi danno il Pd in calo: come se lo spiega?
«I sondaggi una settimana prima delle Europee ci davano tra il 18 e il 20%, sottostimandoci. Il Pd è per strada. Faremo valere le nostre battaglie contro l`autonomia differenziata, per la sanità pubblica, per il giusto salario».