Francesco Boccia, a Genova, dove eravate tutti insieme avete vinto al primo turno…
«Questo ormai è un dato chiaro e inequivocabile: se le opposizioni si uniscono attorno a un progetto condiviso e a un candidato credibile vincono. E Genova lo dimostra. Quando Elly Schlein, dopo il congresso che l’ha eletta, ha insistito sull’essere “testardamente unitari” intendeva proprio questo».
A Taranto però siete divisi.
«A Taranto, come era successo a Bari, il M5S non si è alleato dal primo turno. Auspichiamo che si allei al ballottaggio e allora vinceremo insieme per il bene di Taranto, dove il centro- destra non va nemmeno al secondo turno. Ovviamente abbiamo vinto a Ravenna oltre che a Genova, quindi c’è stata la simbolica vittoria di Assisi e poi ci sono tante altre città in cui siamo passati al primo turno. Insomma, il centrodestra perde quasi dappertutto in questa tornata. Quello che ormai si è capito è che quando al primo turno ci si riunisce attorno al Pd, il centrosinistra nella sua interezza è in grado di arrivare anche al 50 per cento e battere questa destra che si esalta per i sondaggi e poi perde le elezioni. Sì, perché negli ultimi due anni ha perso due regioni ed è stata sconfitta nella maggior parte dei capoluoghi di pro¬vincia. Dopodiché, noi sappiamo che abbiamo ancora un grande lavoro da fare. Un lavoro di costruzione del campo alternativo».
Il Pd ha dato l’impressione di voler fare alleanze solo con M5S e Avs, ma la vittoria di Genova dimostra che serv¬no anche i centristi per vincere.
«Quando noi parliamo di unità del centrosinistra facciamo riferimento alle forze politiche non solo progressi-ste e di sinistra ma anche quelle moderate».
Questo è un voto locale e molto parziale, ma secondo lei può comunque rappresentare un campanello d’allarme per la maggioranza?
«Le elezioni amministrative sono elezioni amministrative, noi non facciamo come la destra che quando vince dice che è un voto nazionale e quando perde sostiene che è un voto locale. Però è indubbio che quando vanno alle elezioni alcune grandi città vengono lanciati anche dei segnali, quindi se io fossi nei panni dei dirigenti del centrodestra percepirei il voto di Genova come un forte segnale politico, dopodiché ha contato molto il lavoro fatto sul territorio da Silvia Salis, dai nostri dirigenti locali, da Andrea Orlando, dalla coalizione».
Giorgia Meloni è stata poco presente in queste elezioni.
«Il governo in questo momento non aiuta. Di solito Meloni ci mette la faccia per coprire i limiti, anche di classe dirigente, che il centrodestra ha nei territori, questa volta si è nascosta perché è evidente che le questioni sociali stanno mettendo in grande difficoltà il governo. Sul lavoro, sulla sanità, sul carovita la presidente del Consiglio non riesce a dare risposte e ormai gli italiani se ne rendono conto. Ieri per raccontare di una sua vittoria ha dovuto parlare dell’America’s cup».