“Peggio del suo silenzio imbarazzato da due mesi a questa parte sulla politica estera ci sono solo le parole imbarazzanti di uno dei suoi vicepremier il cui unico obiettivo è diventare più trumpiano di lei. Nello stravolgimento dell’ordine mondiale cui stiamo assistendo, lei Presidente da che parte sta e dove sta portando l’Italia? Il ruolo di pontiere è fallito. Deve decidere se difendere un’alleanza politica a scapito evidente degli interessi europei e quindi nazionali.
Credo, infatti, ormai sia chiaro a tutti che per il neo presidente americano, non solo l’Unione Europea non è un interlocutore autorevole, ma è un ostacolo, un impaccio nella sua prepotente corsa egemonica fondata sul dividi et impera. Il presidente americano ha annunciato dal prossimo primo aprile dazi dal 10 al 25 per cento sulle importazioni Ue di acciaio, alluminio e prodotti derivati e minacci dazi al 200 per cento, 200 per cento, sui nostri vini. Dazi che avranno un impatto devastante sulle nostre economie.
Sui migranti ci ha detto: parlano i numeri! No signora Presidente, non sono numeri ma vite, vite spezzate o umiliate o torturate come quelle finite nelle mani di un torturatore come Almasri poi vergognosamente scarcerato e riportato a casa. A proposito? E’un vostro alleato si o no?
Sull’Albania denunciamo ancora lo scandalo.
Abbiamo appreso dalle sue parole che i migranti sono più pericolosi della politica dei dazi imposta da Trump e che semmai il problema è la reazione della UE al protezionismo e non l’amministrazione USA che ci taglieggia.
Ecco perché tra Trump e l’Europa, lei ha scelto Trump.
L’Unione Europea sta cercando di rispondere in maniera unitaria con una serie di contromisure per proteggere aziende, lavoratori e consumatori. Deve essere chiaro a tutti che la risposta univoca europea non può e non deve lasciare spazio a tentativi vani e inefficaci di contrattare per via bilaterale le proprie posizioni.
Noi siamo convinti che l’Unione Europea debba intervenire con contromisure, applicando dazi a partire dai servizi e i diritti di proprietà intellettuale delle Big Tech. Lei è pronta a mettere i dazi su questi servizi oppure accetterà passivamente che la nostra economia nazionale sia colpita dalle scelte scellerate della presidenza americana? Lei è pronta a far pagare Elon Musk o a pagare devono essere solo i produttori di vino italiani?” Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in aula a Palazzo Madama.