“I provvedimenti che finora ha assunto il governo Meloni sull’ex Ilva hanno soltanto aggravato la crisi dello stabilimento di Taranto perché hanno risposto solo alle richieste dei privati, non a quelle della parte pubblica, cioè Invitalia, né a quelle dei lavoratori, né a quelle del territorio. Siamo davvero preoccupati e vogliamo conoscere dal governo il contenuto del memorandum che il ministro Fitto avrebbe sottoscritto con Arcelor-Mittal”. Lo ha detto il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato, nel corso dell’audizione del ministro Urso davanti alle Commissioni riunite X e 9° sull’ex Ilva. “Penso – ha proseguito Boccia – che questa destra sia andata oltre tutto: oltre la ragione, oltre la Costituzione, oltre il buonsenso. Sullo stabilimento di Taranto incombe la scadenza del 2026, quando scadrà l’esenzione dai certificati verdi, si doveva accelerare sulla decarbonizzazione e per questo il governo Draghi aveva stanziato con il Pnrr 1 miliardo di euro, che il governo Meloni ha cancellato con un tratto di penna e messo in carico a Fsc. Invitalia ha contestato con una lettera al presidente e all’amministratore delegato di Acciaierie italiane di non conoscere il memorandum che l’11 settembre il ministro Fitto avrebbe sottoscritto con l’amministratore delegato di Arcelor-Mittal senza alcuna comunicazione al Cda. Il memorandum di fatto negherebbe il percorso che era stato avviato per la riconversione del sito siderurgico di Taranto. Chiediamo al ministro Urso se sia a conoscenza del memorandum, quale sia il suo contenuto e se a questo punto sia stata cancellata anche la strategia che prevedeva che il socio pubblico passasse dal 38 al 60%”.
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