“Penso che sia fin troppo chiaro che questo dibattito sull’emendamento De Priamo, interrotto dai due presidenti di Commissione Balboni e Calandrini, ci imponga una riflessione seria che, per quanto riguarda il Pd, verrà portata nella prossima conferenza dei capigruppo. Apprezziamo il tentativo del presidente Balboni e la sua onestà intellettuale, ma senza un atto conseguente il suo sforzo intellettuale risulta un vano tentativo di salvarsi la coscienza. Il tema infatti è uno solo: non c’è un centesimo nel ddl sull’Autonomia differenziata e l’emendamento De Priamo ha la sola funzione di fare in modo che Fdi appaia come la forza politica che salva la coesione territoriale che la Lega ha tradito. Ma senza fondi il tutto resta un giochino tra i due principali partiti di questa maggioranza, la cui reputazione a questo punto esce gravemente compromessa”.
“Il tema è molto serio – ha continuato Boccia – anche con la riformulazione di questo emendamento rimane l’invarianza di spesa. E’ il motivo per cui abbiamo lasciato come opposizioni la Commissione Bilancio questa mattina: la tagliola dell’articolo 81 è scattata solo per i nostri emendamenti, il regolamento del Senato è stato stracciato. Chiederemo di andare fino in fondo perché siamo in queste condizioni: non è possibile avere le relazioni dal ministero delle Finanze e le relazioni tecniche sui nostri emendamenti. Non c’è alcun atto scritto, ma c’è un oracolo che a voce ammette o non ammette i nostri emendamenti secondo l’articolo 81. Così non si può andare avanti”.

“Dentro al pacchetto relativo all’articolo 10 c’erano alcuni emendamenti oggetto di dibattito nella giornata di oggi, un dibattito riaperto dal presidente Balboni, e che sono stati dichiarati inammissibili. C’era sostanza perché un fondo di perequazione collegato all’autonomia era previsto, era stato creato il 30 dicembre 2020 con la legge di bilancio 2021. Era un atto di chiarezza e di trasparenza che al tempo del governo Conte 2 era stato posto sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza unificata, a riprova che lo Stato faceva sul serio. E cioè prima metteva le risorse, poi definiva i tempi dei Lep e poi avrebbe accompagnato le intese con le Regioni, con l’ultima parola del Parlamento. Ebbene, quel fondo è stato cancellato da questa destra, quei 4,6 miliardi non ci sono più e con questo ddl ci troviamo di fronte a una scatola vuota, senza un solo centesimo che ci consenta di perequare le infrastrutture non solo per il Mezzogiorno, non solo per le aree interne, ma anche per le Regioni a statuto speciale. Questo provvedimento a invarianza di spesa nella migliore delle ipotesi dividerà il Paese, nella peggiore lo spaccherà”. Lo ha detto in Aula il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd.


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