‘No a riduzione poteri Capo Stato e Parlamento’

“Ora che in Senato affrontiamo la discussione sulla riforma costituzionale proposta dalla destra, risulta plasticamente evodente lo scambio tra autonomia differenziata e premierato. Era evidente dalla postura tenuta dagli esponenti di FDI e Lega in Senato. Siamo riusciti a portare il voto dell’autonomia a gennaio ‘24 ma è stato chiaro da subito, bastava vedere l’atteggiamento di Calderoli che ha occupato la commissione Affari costituzionali, che la Lega voleva portare a casa la bandiera autonomista prima di dare il via all’iter per l’elezione diretta del premier. Ora alla Camera secondo me assisteremo allo stesso giochino: il percorso dell’autonomia diffrenziata non partirà fino a quando il Senato non avrà votato il premierato. Quella del premierato è una riforma evidentemente imposta da Giorgia Meloni e da FDI anche all’interno della maggioranza: lo testimoniano le divisioni emerse in questi giorni, da ultime le parole del professor Pera, e il fatto che dei 4 punti dirimenti due, di fatto, siano già stati modificati. E’ una riforma che nasce già dimezzata in maggioranza, ma Giorgia Meloni vuole arrivare alle Europee sventolando la bandiera dell’elezione diretta del premier.
E’ per questo che noi, come Pd, ci attestiamo su una posizione netta e chiara di contrarietà all’elezione diretta del premier, che porta evidentemente alla limitazione dei poteri del Presidente della Repubblica e del Parlamento. Se la destra fosse in buona fede tornerebbe indietro e discuterebbe con l’opposizione, modificando tutto l’impianto. Ma la destra vuole lo scalpo del premierato, Giorgia Meloni cerca il plebiscito su sè stessa, e noi a giocare sulla pelle delle nostre istituzioni non ci stiamo. Hanno invece bisogno di una bandiera, ne ha bisogno la Meloni, che ha imposto al Parlamento la sua riforma. Noi abbiamo le nostre proposte e guardiamo con interesse al sistema tedesco ma per noi non c’è una riforma del premierato possibile. Ci stanno imponendo una bandiera di propaganda che vuole risolvere le criticità del nostro sistema democratico con l’autoritarismo e la ‘capocrazia’, svilendo i poteri del Capo dello Stato e del Parlamento, e noi non possiamo accettare questa scelta, che disegna un sistema che non esiste in nessun altro paese occidentale. Questa è la posizione del Pd che in Senato presenterà i propri emendamenti che dicono no alla proposta della destra ma disegnano una serie di miglioramenti del nostro sistema istituzionale, consapevoli anche noi che lo status quo non va bene. Poi vedremo se sarà possibile un coordinamento con le altre opposizioni. Sull’autonomia differenziata abbiamo lavorato insieme, vedremo cosa riusciremo a fare sul premierato. Sono convinto che, in caso di un eventuale referendum contro questa riforma, le opposizioni comunque si uniranno”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia all’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del Pd.


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