Francesco Boccia, dopo la Liguria, l`Emilia-Romagna e l`Umbria. Questa volta avete sperimentato il campo largo, per quanto camuffato.
«I risultati regionali sono sempre l`esito di scelte locali che si inseriscono in un quadro politico generale. In Liguria e in Umbria 5 anni fa la destra aveva stravinto di io e 20 punti. Oggi la destra vince in Liguria di un punto, perde l`Umbria, straperde l`Emilia Romagna. Il Pd a guida Schlein, un partito con una forte identità, va dal 28 per cento in Liguria, al più del 3o in Umbria, al 43 in Emilia-Romagna. Questi risultati sono anche il riconoscimento del buon governo di Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna e del lavoro fatto da Stefania Proietti ad Assisi. Il messaggio è chiaro: solo intorno al Partito democratico si può costruire l`alternativa alla destra. Si chiama centrosinistra».
In Liguria è andata come è andata, mentre in Umbria siete riusciti a strappare una regione al centrodestra. La formula di non escludere nessuno quindi secondo lei funziona?
«In Liguria se fossimo stati tutti insieme avremmo vinto. Andrea Orlando ha recuperato il dieci per cento facendo un`impresa, ma il centrosinistra batte la destra quando è unito. E queste elezioni lo dimostrano. Sul risultato in Umbria ha poi pesato evidentemente anche l`anonimato del lavoro di Donatella Tesei, a testimonianza della debolezza della classe dirigente della destra sul territorio. Una destra arrogante, penso alle uscite inaccettabili dei Calderoli, dei Gasparri, di Valditara per ultimo, con una sempre maggiore brama di dominio sulle istituzioni. Una destra che sta mostrando la sua vera natura. La vergognosa vicenda dello scambio autonomia/ premierato tra Lega e Fratelli d`Italia ne è la prova, certificata poi dalle decisioni della Consulta».
Si profila all`orizzonte un`altra importante tornata di elezioni regionali, si riproporranno i veti nella coalizione o il Partito democratico sarà meno accondiscendente?
«Il Pd continuerà a lavorare senza sosta alla costruzione dell`alternativa che dalle regioni porta alle politiche prossime. Ma è evidente una cosa, che il Partito democratico è cresciuto ovunque, anche nelle realtà in cui abbiamo perso. Con questi risultati continueremo a lavorare per l`unità del centrosinistra contro la destra di Giorgia Meloni e Matteo Salvini».
Conte ha detto che il Movimento 5 Stelle non vuole un`alleanza strutturale con voi. Quindi alle prossime politiche vi presenterete non come una coalizione ma come un cartello elettorale?
«A destra c`è una coalizione che sta insieme per il potere. Ma negli ultimi due anni la distanza si è ridotta. E c`è un dato oggettivo: da quando Schlein è segretaria si è votato in sette regioni, sei erano del centrodestra, una del centrosinistra, adesso loro ne hanno quattro, noi tre. Per questo noi continuiamo a essere testardamente unitari: il nostro non è un cartello elettorale ma una coalizione. Lo sanno gli elettori, che ci hanno premiato. Se non lo capiscono i leader danneggiano i loro partiti».
Boccia, secondo lei queste elezioni regionali hanno anche un significato nazionale?
«Dicono con chiarezza che intorno al Pd si può costruire la coalizione che manderà a casa il peggior governo di destra della storia della Repubblica».
Intanto il governo, regionali o non regionali, va avanti: a suo giudizio arriva a fine legislatura?
«Dipende da quanto tengono i reciproci ricatti politici su cui poggia il patto di potere tra Fratelli d`Italia-Lega-Forza Italia che inizia a scricchiolare. Su autonomia, banche, industria, Rai, ambiente, sanità ed Europa sono già al tutti contro tutti».
Il Partito democratico ha già trovato la sua identità o c`è ancora della strada da fare?
«Il cammino iniziato con il congresso di un anno e mezzo fa ha aperto una nuova stagione politica. La strada è lunga ma tracciata. C`è una nuova generazione che si è fatta avanti come dimostrano Elly, Michele in Emilia-Romagna e Stefania in Umbria. E i loro profili hanno dentro la risposta: sinistra moderna, europeista, alleata al terzo settore e al cattolicesimo democratico».


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