“E’ notizia di queste ore l’ipotesi della riapertura del concordato fiscale. Con importanti ministri ed esponenti della maggioranza che addirittura salutano questa decisione con entusiasmo. Noi pensiamo, e lo denunciamo da tempo, che il concordato, da cui dovevano essere ricavate risorse anche per la manovra di bilancio, sia un fallimento totale. E l’eventuale riapertura dei termini di scadenza sarebbe l’ammissione del fatto che questo governo sta raschiando il barile e non sapendo dove trovare i soldi prova a rilanciare una sorta di ricatto ad autonomi e partite IVA che non hanno accettato il principio secondo il quale chi non ci sta sarà quasi sicuramente controllato. Perché è evidente che la scarsa adesione è il risultato di una valutazione di convenienza: chi sa di avere un reddito più alto aderisce, così pagherà sicuramente meno tasse o chi ha addirittura due soggetti d’impresa trasferisce il fatturato da uno a quello che ha aderito al concordato eludendo il fisco con il permesso dela stessa amministrazione fiscale. Con la riapertura dei termini siamo di fronte alla resa di un’idea di fisco equo. La destra doveva fare la riforma del fisco e invece continua a utilizzare la leva fiscale come fosse una clava contro i contribuenti perbene e onesti e per raccattare risorse nel breve solo utili alla propaganda”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.


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