In vista della manovra, “ho la
sensazione che in questo passaggio storico il costo rischia di
essere molto alto e, viste le azioni e le mosse del governo di
questi primi dieci mesi, rischia di essere un conto che pagano i
più deboli. Giorgetti ha scoperto che mancano 14-15 miliardi a
causa dell’aumento dei tassi di interesse, i tempi che gli sono
serviti danno il senso dell’approssimazione che regna sovrana”.
Lo ha detto il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia,
intervenendo a “Crea! L’Italia che faremo” in corso a Iseo.
“Loro possono solo fare una manovra in deficit e questo
significa allacciarsi le cinture di sicurezza e avere alcuni
punti fermi, il primo è il rapporto con l’Europa e, per prima
cosa, con il commissario agli affari economici, Gentiloni, il
primo che hanno attaccato. O ricuciono con l’Europa o torneremo
sulle montagne russe dello spread”. ”È del tutto evidente che questo governo
è assolutamente incapace di affrontare le emergenze del Paese. Dalla
questione dell’immigrazione, alla manovra, dal PNRR all’alluvione
dell’Emilia Romagna, il governo di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini
non è in grado di dare una risposta efficace ai problemi dei
cittadini, delle famiglie e delle imprese italiane. Mentre il Ministro
dell’economia Giorgetti ammette di essere in alto mare sui conti dello
Stato, aumenta il costo del debito, diminuisce il potere d’acquisto
delle famiglie ed è a rischio anche la conferma della riduzione del
cuneo fiscale per 11 milioni di lavoratori”. Così il presidente dei
senatori del Pd Francesco Boccia intervenuto a ‘Crea! L’Italia che
faremo’ in corso di svolgimento a Iseo.
“Incapaci anche di mantenere le promesse fatte ai propri elettori in
campagna elettorale Meloni e soci sono efficienti solo nel considerare
l’esercizio del governo come occupazione del potere. Dalla vicenda del
museo egizio di Torino, dove vogliono fare la guerra alla cultura,
all’occupazione delle poltrone nelle partecipate del ministero delle
Infrastrutture, destra e Lega, manu militari, stanno infarcendo gli
enti pubblici di propri esponenti. Davvero uno spettacolo indecente.
Si erano sbagliati: non era ‘prima gli italiani’ ma ‘prima noi’ “.


Ne Parlano