«Ora serve aprire una pagina politica nuova partendo dall`esperienza di questi dieci anni di De Luca alla Regione», ragiona Francesco Boccia, capo dei senatori del Pd non appena diviene pubblica la bocciatura del terzo mandato per il governatore della Campania.
Senatore si aspettava questa decisione della Consulta?
«La posizione del Pd al di là della decisione dei giudici era e resta quella che tutti conoscono. Anzitutto esplicitata nel confronto parlamentare in Senato giusto un anno fa quando votammo contro il terzo mandato. Senza contare la chiarezza con cui si è espressa sempre la segretaria Elly Schlein sulle cariche monocratiche: serve guardare avanti e occorre il giusto ricambio. L`abbiamo visto già in Emilia Romagna dove Michele De Pascale sta lavorando in maniera eccellente sulla rotta tracciata da Stefano Bonaccini. E così a Firenze con Sara Funaro e a Bari con Vito Leccese che continuano nella scia dell`esperienza, rispettivamente, di Dario Nardella e Antonio Decaro. Solo per citarle i casi più noti».
Il tetto al doppio mandato è giusto?
«Questa legge va benissimo, ma la destra la vuole smontare cambiando la soglia di sbarramento al primo turno. È assurdo: la norma per i comuni funziona da 32 anni e così nelle regioni dove si decise di allineare gli stessi criteri degli enti locali. Sempre con un unico denominatore: non più di due mandati perché, specie nelle regioni, nella totale discrezionalità delle risorse a disposizione, è giusto assicurare un ricambio. La Consulta insomma conferma una linea in cui il Pd ha sempre creduto».
Quindi?
«Per noi questa sentenza non avrebbe cambiato nulla». Ora? «Serve aprire una pagina politica nuova che parta da una consapevolezza: il lavoro importante di 10 anni fatto da De Luca. Vale anche per la Puglia con Emiliano che, a sua volta, prese il testimone da Vendola. E siamo assolutamente certi che si possa aprire un ciclo nuovo di altri dieci anni in Puglia e Campania. Lo faremo con una coalizione progressista alternativa al centrodestra: lo stesso schema che ci ha consentito di vincere a Napoli, a Bologna e in tutte le altre grandi città».
De Luca parla di ingiustizia, sarà pienamente e consapevolmente dalla vostra parte ora che non è più in corsa?
«Lui è il primo ad essere consapevole che per valorizzare il lavoro fatto è opportuno lavorare insieme per aprire una nuova fase. Come sta facendo da mesi Michele Emiliano in Puglia: è l`approccio più giusto in un partito che è una grande comunità e sulle grandi questioni, sui temi sociali in primis, è in prima linea come alternativa alla destra. Mi riferisco in primo luogo alle risorse per il Sud, quelle dei fondi di coesione, che questo governo vorrebbe usare per fronteggiare la mannaia dei dazi imposti da Trump. Per questo ora più che mai s`impone un`unità delle forze progressiste nel Mezzogiorno. Ora Trump sta già frenando, dopo la reazione dura di Ue e Cina, ma la vicenda deve essere un campanello d`allarme. Per questo occorre unire tutte le forze progressiste in tutte le regioni che vanno al voto in autunno. E questo lavoro di unione delle forze progressiste servirà anche per le prossime politiche, quando bisognerà mandare a casa il centrodestra».
Intanto Giuseppe Conte non la dovrebbe smettere di porre veti? Uno era proprio su De Luca.
«L`abbiamo ribadito, la segretaria insiste e lo farà ancora: dal giorno del congresso, siamo testardamente unitari perché solo così si battono le destre. E non sono accettabili veti da nessuno». ad.pa.


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