«La manovra approvata in Cdm è scritta sull`acqua: vale 30 miliardi, ma soltanto 15 sono coperti da extra-deficit, contributo delle banche – che però è un imbroglio, un anticipo di cassa che andrà restituito nel 2027 – e tagli ai ministeri. Sugli altri 15 è buio fitto: vogliamo sapere dove prendono le risorse». Francesco Boccia, capogruppo del Pd in Senato, è indignato: «Non hanno rispetto per il Parlamento, hanno cancellato la Nadef che consentiva – prima della presentazione del bilancio – di conoscere i numeri della programmazione finanziaria, ma il bluff durerà poco. Non appena il documento arriverà alle Camere tutti toccheranno con mano l`inadeguatezza di questo governo».
Perché un bluff senatore?
«La terza legge di bilancio targata Meloni, molto simile a quella dell`anno scorso, conferma che non hanno un`idea di Paese: continuano a comprare tempo e ipotecano il futuro anche del prossimo esecutivo, scrivendo nel Psb numeri che vincoleranno chi verrà dopo di loro. Ma era prevedibile: Meloni, Salvini e Tajani non sono d`accordo su nulla ed ecco il risultato: una manovra debole, incapace di rispondere ai bisogni dei cittadini».
Può dare sostanza alle obiezioni?
«Anziché fare riforme strutturali, si limitano a prorogare misure già esistenti, a introdurre bonus e una tantum con buona pace del “mai più” annunciato da Meloni, a rinviare ogni decisione su temi strategici quali crescita, politiche industriali, lavoro: capitoli neppure accennati. Oltretutto, il patto di stabilità firmato dalla nostra premier prevede – per chiudere la procedura d`infrazione per deficit eccessivo – un rientro di 12 miliardi l`anno per sette anni. Ben quattro oltre l`attuale legislatura».
Hanno annunciato 3,5 miliardi sulla sanità, però, non pochi.
«È il gioco delle tre carte. Intanto sono spalmati su più anni, per il 2025 pare che siano solo 900 milioni. Poi li hanno coperti chiedendo alle banche non di pagare più tasse, com`era giusto, ma di rinunciare temporaneamente ai crediti di imposta, che quindi in futuro non verranno incassati».
Morale della favola?
«Stanno raschiando il fondo del barile, impegnando molti bilanci a venire, inclusi quelli che non toccherà a loro scrivere. Non solo. Considerare certi e permanenti i due miliardi che dovrebbero arrivare dai
condoni e dalla lotta all`evasione è l`ennesima truffa. Tant`è che i primi a protestare sono i commercialisti».
I tagli lineari impongono sacrifici a tutti i ministeri: è un escamotage per evitare la rissa tra alleati?
«È un modo per non scegliere e per non scontentare nessuno. Ma i tagli` ai ministeri significano meno servizi. E se tu li fai sulla scuola o sul trasporto pubblico locale fanno molto più male. Purtroppo, però, non siamo in grado di saperlo con certezza, dobbiamo stare alla propaganda di Giorgetti: senza più Nadef, noi delle opposizioni siamo all`oscuro di tutto. Solo quando la manovra verrà depositata in Parlamento potremo capire meglio, verificare anche cosa c`è dentro il riordino delle tax expenditures, che temiamo sarà l`amara sorpresa: molte famiglie perderanno il diritto a detrazioni e deduzioni. Il che si tradurrà automaticamente in un aumento delle tasse e delle accise».
Anche sulle pensioni, la Fornero è viva e vegeta.
«Salvini dovrebbe chiedere scusa all`ex ministra non solo per i vergognosi agguati politici che le ha fatto, ma perché le misure varate oggi sono molto più restrittive di quelle fatte allora».


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