“Torna la destra al Governo e torna
l’ossessione della privatizzazione. Dopo vent’anni siamo ancora
lì, provano a privatizzare la gestione di Acquedotto pugliese,
impugnando la legge regionale sull’altare di una pronuncia di
un’autorità che dovrebbe essere indipendente ma che di
indipendente ha sempre meno. Su questo dopo il 9 giugno apriremo
in Parlamento una discussione seria sulla terzietà effettiva di
alcune autorità di regolazione sempre più piegate alle esigenze
del governo e di alcune dinamiche che faremo diventare oggetto
di dibattito pubblico. Non resteremo inermi di fronte a questa
vicenda, saremo come vent’anni fa, sempre dalla stessa parte a
difesa dei beni comuni dei pugliesi”. Lo ha detto Francesco
Boccia, presidente dei senatori del Partito democratico, a
Casamassima (Bari) per un’iniziativa elettorale in vista delle
prossime elezioni europee.
“Dopo aver visto l’impugnativa del Governo Meloni – ha
aggiunto – mi è tornata in mente la prima azione fatta da
assessore del Comune di Bari, nel 2004, nella prima giunta
Emiliano: una lettera formale all’allora presidente della
Regione Fitto, in cui chiedevo di fermare il processo di
privatizzazione e di rafforzare il carattere pubblicistico di
Aqp. Bari in quegli anni non aveva nemmeno la distinzione tra
fogna bianca e nera. Solo chi l’ha vissuta sa cosa è stato fatto
in questi vent’anni. Erano i tempi del Governo Berlusconi con
il ministro dell’economia Tremonti che spingeva con lo stesso
Fitto per le privatizzazioni. E c’erano le solite spinte dei
grandi gruppi di settore. Ieri come oggi. Ma per fortuna la
sinistra mandò a casa la giunta Fitto e con Vendola presidente
la storia cambiò, così poi con Emiliano che, con l’aiuto del Pd
al governo, ha allungato le concessioni fino al 2025”.


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