Per Francesco Boccia il risultato dei ballottaggi e, più in generale, delle Amministrative 2024, è una «scoppola» alla destra. «C`è poco da discutere: hanno perso 6-0 i capoluoghi di Regione- sottolinea il capogruppo Pd in Senato -tre li amministravano loro e glieli abbiamo strappati. Il dato politico mi pare chiaro». E porta la firma di Elly Schlein, perché «queste sono le prime elezioni amministrative di cui la segretaria è davvero responsabilespiega Boccia – per quelle dello scorso anno non aveva fatto nulla, era appena arrivata, le liste erano praticamente già chiuse e conosceva appena i candidati sindaci scelti».
Stavolta si è spesa molto su tutti i fronti: c`è stato l`effetto Schlein?
«Non c`è dubbio, ha fatto una grande campagna elettorale e ha portato avanti il suo percorso di rigenerazione politica del Pd, dando al partito un`identità chiara, spostando l`asse a sinistra su temi che erano stati sottovalutati. Questo è stato il primo vero derby tra Schlein e Meloni e lo ha vinto Elly, punto».
Soprattutto, ha fatto vedere che il centrosinistra unito vince: un messaggio agli alleati, non sempre pronti a fare fronte comune?
«Mi auguro che sentano tutti questa responsabilità, in particolare per i prossimi voti regionali, dove non c`è il secondo turno e bisogna unirsi fin dall`inizio, altrimenti vince la destra. Servono generosità e lungimiranza, non cercare di distinguersi per uno zero virgola. Altrimenti poi tocca a noi del Pd fare gli straordinari e vincere anche per loro, com`è successo a Bari e a Firenze».
Due città importanti, ma due vittorie piuttosto scontate, no?
«No, perché erano finiti due cicli importanti, come quelli di Decaro e Nardella, e lo scenario era incerto. Soprattutto a Bari, con tutto quello che è successo, con quello che ha fatto la destra, vincere con il 70% non era così scontato. Lì è stata decisiva Schlein, che nel momento più difficile per la città è andata a metterci la faccia. E lì, come a Firenze, è stata premiata la buona amministrazione del Pd: noi siamo unitari, ma va detto che quelle sono due vittorie soprattutto nostre».
Le due più significative, però, per vari motivi, sono quelle di Perugia e Potenza, non crede?
«Sì, e aggiungo anche Vibo Valentia, dove non vincevamo da 15 anni. Sono andato lì a chiudere la campagna elettorale e credo che lì, come a Potenza, abbia pesato anche un voto di forte protesta contro la legge Spacca Italia di Calderoli. A Perugia, invece, eleggiamo la prima sindaca, con una coalizione di centrosinistra ampia, che può essere un modello».
In vista delle prossime elezioni regionali?
«Sicuramente per le Regionali d`autunno in Umbria, ma anche in Emilia-Romagna e, visto come vanno le cose, direi anche in Liguria. Se siamo uniti questa destra la mandiamo a casa, a livello locale e nel Paese. Perché il messaggio che viene dal voto nelle città è la bocciatura delle scelte del governo, dal tema della sanità a quella del lavoro e dei salari. Proprio l`iniziativa comune contro l`autonomia differenziata e il premierato può essere la base fondante della coalizione alternativa. Ed è più facile costruirla sapendo che c`è un baricentro saldo come il Pd a cui fare riferimento».
Ha visto che da destra parlano di modificare la legge elettorale per le Amministrative, il presidente del Senato La Russa dice che il doppio turno incrementa l`astensione…
«Mi permetto di dare un consiglio: non ci provino, perché chi mette mano alla legge elettorale, di solito, si fa male. Questa è lì dal 1993 e non va toccata. Loro pensano che la soluzione non sia incentivare la partecipazione dei cittadini, ma abbassare le soglie per l`elezione. Quello è il modo migliore per dire alla gente di non andare a votare. Non apriamo un altro fronte di duro scontro in Parlamento e nel Paese».