Francesco Boccia, capogruppo pd al Senato, e adesso? Come se ne viene fuori dall`impasse per il giudice della Consulta?
«Con il confronto. Lunedì sera è stato l`appello che Elly Schlein ha fatto alla maggioranza, fino all`ultimo: fermatevi e confrontiamoci».
La maggioranza invece è andata avanti…
«Hanno fatto una prova di forza e gli è andata male, perché le opposizioni sono state compatte, dimostrando che uniti possiamo fermare la destra. Fino a lunedì sono stati arroganti, poi hanno dovuto fare retromarcia».
Non avevano i numeri volendo?
«No. Dai numeri post elettorali erano lontani dal quorum di questa votazione, 363, i tre quinti degli aventi diritto. Poi in questi due anni ci sono state trasmigrazioni. E sono arrivati a 359. Ma non basta. E ovvio che hanno sperato in un aiuto che non è arrivato».
Un aiuto di chi?
«Non lo so. Noi eravamo sicuri di noi stessi perché già da venerdì avevamo avuto l`assicurazione da parte di tutte le forze di opposizione della non partecipazione al voto».
La maggioranza vi ha accusato di esservi ritirati sull`Aventino…
«Parlano a sproposito di Aventino, del resto la storia non è il loro forte. Non si può definire Aventino il nostro, noi eravamo lì, non da un`altra parte. Ab- biamo semplicemente usato una tecnica parlamentare».
Dicono che così avete agito contro la Costituzione.
«Non aver partecipato al voto è stato il massimo rispetto del dettato costituzionale. Non abbiamo voluto partecipare a un voto che è un blitz della maggioranza. Sono loro che non conoscono la Costituzione. Il quorum dei tre quinti dal terzo scrutinio è richiesto proprio per evitare i blitz. La destra voleva eleggere Francesco Saverio Marini grazie al trasformismo».
Perché dice così?
«Ho sentito le dichiarazioni di Foti e di Donzelli. In sostanza hanno detto: noi siamo la maggioranza e facciamo come ci pare. Denotano una totale incapacità di leggere la Costituzione, di comprendere i meccanismi di compromesso istituzionale e un`insofferenza alle regole».
Marini è un giurista di alto profilo istituzionale.
«E nessuno lo mette in dubbio. Il punto è un altro: Marini è il principale estensore del disegno di legge sul premierato. Come si fa ad eleggere una persona che se andrà all`Alta corte dovrà giudicare il suo stesso lavoro? Un lavoro poi che noi contestiamo in toto. Con quella legge si passa dalla Repubblica del Parlamento alla Repubblica del premier».
A metà dicembre il Parlamento dovrà eleggere altri tre giudici costituzionali.
«Abbiamo due mesi di tempo per trovare un accordo, su tutti e quattro. Noi diamo la massima disponibilità a trovare una soluzione. Le scelte più importanti si risolvono con la politica, non con i muscoli dei numeri. Speriamo che Giorgia Meloni lo capisca. La Consulta può fare a meno di un giudice per qualche settimana ma di quattro, evidentemente, è impossibile».


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