“La domanda che dobbiamo porci di fronte al voto di questo decreto e alla sfida  che la Russia ha lanciato allo status quo e ai principi del diritto internazionale è: cosa c’è in gioco? Siamo chiamati a questa analisi e non a una procedura burocratica. In ciò che sta accadendo in Ucraina sono in gioco i principi della nuova governance mondiale.  L’attacco all’Ucraina è anche un attacco alla leadership economica, culturale e politica delle società occidentali fondate su alcuni principi essenziali: società aperta e stato diritto. L’attacco del 24 febbraio è l’apertura di una competizione per la leadership globale tra due diversi modelli, quello dei paesi democratici per cui l’uso forza è subordinato al primato del diritto e quello dei paesi autoritari che contemplano l’uso forza pregiudicando lo stato diritto.  Se così è abbiamo davanti un decennio di ridefinizione dei rapporti di forza globali”. Lo ha detto il senatore del Pd Enrico Borghi, componente della commissione Esteri e Difesa e del Copasir, che ha aggiunto: “Davvero qualcuno pensa che se Mosca prevalesse questo non avrebbe conseguenze su tutti noi? C’è  un parallelismo sinistro tra quello che accade in Ucraina e quello che potrebbe accadere a Taiwan. La politica ha il compito di costruire una prospettiva concreta di pace, che vuol dire favorire l’evoluzione politica, economica, istituzionale di ogni parte in modo non minaccioso verso  ogni altra parte. Se ci voltassimo dall’altra parte rischieremmo che la logica della guerra sia pagante”.


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