“La ratifica del trattato con la
Svizzera sui lavoratori transfrontalieri costituisce un
importante avanzamento del sistema dei diritti e delle garanzie
per i 68mila italiani che ogni giorno vanno a lavorare nella
Confederazione elvetica dai comuni limitrofi sul nostro
territorio nazionale. I numeri ci dicono l’importanza di un
Trattato con un Paese che è il sesto di destinazione del nostro
export e con cui l’Italia ha la più estesa frontiera”. Lo ha
detto in Aula il senatore del Pd Enrico Borghi. “Il Trattato –
ha proseguito Borghi – sancisce il principio che i lavoratori
frontalieri residenti in Italia restano imponibili soltanto in
Svizzera, viene estesa a 10mila euro la franchigia per i
lavoratori transfrontalieri e viene messo in garanzia il
meccanismo fiscale degli attuali lavoratori frontalieri. I
Comuni di frontiera non hanno nulla da temere per quanto
riguarda il meccanismo che il reddito prodotto rimanga sul
territorio, grazie al fondo di garanzia statale di 89 milioni e
grazie al fondo per lo sviluppo delle zone di confine che verrà
progressivamente finanziato, frutti del lavoro del Pd. Viene
inoltre istituito un tavolo interministeriale nel quale tutti i
soggetti saranno chiamati per lavorare allo statuto dei
lavoratori frontalieri”