“Sono tempi tremendi e affascinanti per chi fa politica. Sono anni nei quali il mondo del futuro si va plasmando sotto i nostri occhi, chiamando chi ama la democrazia a un soprassalto di impegno e responsabilita’. La fine della supremazia globale occidentale, il mondo privo di un centro di gravita’ che vive sospeso dentro autocrazie, teocrazie, dittature, populismo e democrazia in affanno. Con la tremenda guerra russa in Ucraina a fare da detonatore e acceleratore. Viviamo quello che Federico Rampini ha definito ‘il lungo inverno’, e in esso abbiamo il compito di rivitalizzare le istituzioni, costruire nuove forme di coesione e lasciarci definitivamente il Novecento alle spalle. Tra una destra che mischia neoliberismi con statalismo, e l’assistenzialismo pauperista fondato sul debito pubblico di Conte, dobbiamo rilanciare il riformismo. Energia, economia e tecnologia sono la chiave del futuro, e non possiamo voltarci altrove quando la Cina ha il 44% delle terre rare o costruisce il dominio nello spazio e negli armamenti. Per questo, ricordando Kennedy, dobbiamo abbandonare la sicura mediocrita’ del passato e non crogiolarci nelle buone intenzioni e nell’alta retorica, ma fare la nostra parte fino in fondo”. Lo dice il senatore del PD, Enrico Borghi, durante l’evento congressuale di Stefano Bonaccini a Milano.


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