“Non stupiscono le dichiarazioni rilasciate oggi da Bersani, che alimenta l’idea di un congresso dall’esito “già segnato” a favore di Renzi. La stessa cosa cercano di fare in queste ore i sostenitori dell’ex-segretario. Una convergenza evidente. I promotori di “Articolo 1-MDP” pensano di poter trarre vantaggio da una vittoria schiacciante dell’ex-segretario, incassando l’attenzione e il consenso di quanti, pur rimasti leali al PD, non condividono il modo personalistico con cui esso è stato guidato in questi anni. Questa sirena, che cerca di sminuire il valore politico di una partita in realtà ancora del tutto aperta, soprattutto in vista delle primarie di fine aprile, fa il paio con il tentativo dei renzianifondamentalisti di far passare Orlando e i suoi sostenitori come una sorta di “residuato scissionista” rimasto all’interno del partito. Entrambe queste letture sono sbagliate e fuorvianti, ma non vanno sottovalutate per il messaggio subdolo che cercano di trasmettere. Ripropongono la dialettica asfittica e muscolare che ha paralizzato negli ultimi anni la discussione democratica nel PD: tra una leadership e una maggioranza autoreferenziali e una minoranza ossessionata dalla volontà di delegittimarle. Dopo anni che hanno visto il partito trasformarsi in un ring sul quale Renzi e Bersani salivano ogni giorno per menarsi fendenti micidiali, la proposta di Orlando è semplicemente quella di tornare al PD, come luogo di partecipazione e condivisione”. Lo dichiara il senatore del Pd Daniele Borioli, sostenitore della candidatura di Andrea Orlando alla segreteria del Pd.
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