“Matteo Orfini ha svolto per il Pd romano un compito difficilissimo, che avrebbe scoraggiato chiunque anche solo dal provarci: bonificare, con il prezioso ausilio di Fabrizio Barca, quel contenitore malsano di miasmi intollerabili, dannoso alla città e ai cittadini, che si era ridotto ad essere il partito in molti circoli della capitale. Dovendo in più affrontare prima il rapido declino e poi lo sfascio violento dell’esperienza amministrativa di Ignazio Marino”. Lo dichiara il senatore del Pd Daniele Borioli.
“Il fatto che, a ormai poche ore dalla Direzione Nazionale – spiega –  tanto Miguel Gotor, dal lato della minoranza che imputa pressoché esclusivamente al governo e al premier la sconfitta, quanto Marianna Madia, che di quel governo è autorevole esponente, ne chiedano la testa, produce più di una sgradevole sensazione. E cioè che rischi di prevalere, in questo passaggio delicatissimo non solo per il Pd ma per la stessa tenuta della legislatura, un’insolita convergenza volta a scaricare su qualcuna delle figure più esposte e generose responsabilità che invece riguardano tutti”.
“Se andasse così – conclude Borioli –  ci troveremmo di fronte a un fatto ancora più grave della sconfitta di domenica: l’incapacità del partito nell’esprimere un gruppo dirigente che non sia semplicemente la somma, litigiosa dei capi corrente. E affrontare così le durissime scadenze dei prossimi mesi sarebbe davvero una missione impossibile”


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