“Sull’Europa bisogna cambiare passo. E occorre evitare la tentazione di scaricare su di essa tutte le responsabilità della crisi italiana”.
Così il senatore del Partito democratico Daniele Borioli intervenendo nell’ambito del dibattito congressuale del Pd.
“In questo modo si rischia di eludere i problemi specifici del nostro Paese, – sottolinea l’esponente dem – che da un ventennio cresce meno dei partners dell’Unione, e di alimentare senza volerlo i sentimenti antieuropei. È stato giusto in questi anni alzare la voce contro un rigorismo cieco, che ha finito per acuire difficoltà e disuguaglianze. Ora, però, è venuto il momento, come ha giustamente sottolineato Orlando, di cambiare registro. L’ingresso del Pd nel PSE è stato un passaggio importante, ma sino ad oggi sottoutilizzato, nonostante il peso che i democratici italiani avrebbero potuto mettere in campo dopo il 40% delle elezioni europee. Oggi è il tempo di abbandonare la tentazione di “fare da soli” e di tessere una strategia di alleanze, in primis nel seno della famiglia socialista europea, per cambiare il segno delle politiche comunitarie”.
“La ripresa dell’Spd trainata da Martin Schulz – prosegue Borioli – induce a cercare di realizzare un asse di cambiamento con i riformisti tedeschi. Approfittando anche di un clima nel quale l’avanzata dei nazionalismi e dei sovranismi sembra trovare contenimento, alla luce dei risultati elettorali olandesi e della ripresa delle forze democratiche in Francia. Insomma, si tratta di passare dalle grida contro la deriva rigorista dell’Unione al cantiere di una nuova Europa”.
“La decisione di “stare in campo” nella nostra discussione congressuale di personalità come Enrico Letta – conclude l’esponente pd – che hanno fatto dell’europeismo il segno distintivo del proprio impegno politico, incoraggia questo passaggio”.


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