“Non ho ancora esattamente capito se e a cosa Michele Emiliano intenda candidarsi, ma i concetti che oggi egli esprime nell’intervista alla “Stampa”, qualora si affermassero nel campo del Pd e del centrosinistra, segnerebbero una grave regressione della cultura riformista del nostro Paese, verso un approdo impregnato di radicalismo demagogico e ideologico, che fu non solo estraneo ma addirittura antitetico alla grande vicenda storica dello stesso PCI”.
E’ quanto afferma in una nota il senatore del Partito democratico Daniele Borioli.
“Emiliano individua, con facile intento provocatorio – sottolinea l’esponente pd – nelle banche e nella finanza il ‘nemico’; accusa, senza argomentare e documentare, il Pd di esserne diventato strumento, offendendo così migliaia di militanti e milioni di elettori; improvvisa ricette scombinate, come quella di far subentrare i comuni nel pagamento dei mutui ai debitori insolventi. Laddove, oggi, il centrosinistra è chiamato alla sfida di ricostruire un’identità di popolo capace di legare l’efficace contrasto alla disuguaglianza con una solida alleanza sociale tra i settori più deboli deboli della società, il mondo del lavoro e dell’impresa, e una finanza rinnovata, capace di svolgere in modo etico la propria insostituibile funzione, Emiliano propone una scorciatoia senza uscita. Non è di un’arcaica e risorgente contrapposizione tra “plebe” ed “élites” che l’Italia ha bisogno”.
“E non può essere il Partito Democratico il campo nel quale quell’arcaismo prende corpo”, conclude Borioli.