“Il combinato disposto che hanno in mente Bersani i suoi emerge chiaramente dalle interviste di questi giorni: la sconfitta referendaria e la conseguente sterilizzazione dell’effetto maggioritario previsto nell’italicum, attraverso il mantenimento di un bicameralismo perfetto connotato da un diverso meccanismo di formazione della maggioranza tra i due rami del Parlamento”.
E’ quanto scrive in una nota il senatore del Partito democratico Daniele Borioli.
“L’obiettivo è chiaro e ribalta completamente ciò che Bersani ha sostenuto nei mesi passati – sottolinea l’esponente pd- “Il tempo scaduto” viene imputato a Renzi, ma è da attribuirsi in realtà a D’Alema, che con la sua repentina mossa di luglio a favore del No ha delimitato il campo in cui si giocherà la contesa per conquistare il consenso della quota di elettorato di sinistra contraria alla riforma, mettendo fuori gioco lo schema bersaniano: il cammello delle modifiche alla legge elettorale in cambio della moneta del SI referendario.
Bersani, dunque, non solo rilancia in chiave precongressuale l’offensiva contro l’attuale maggioranza del Partito, ma prefigura un radicale mutamento della natura stessa del PD. Il quale è nato come partito nuovo del centrosinistra, a vocazione maggioritaria, sulle ceneri del fallimento del bipolarismo di coalizione.
“Quando Bersani parla di ritorno al PD delle origini, manifesta una confusa percezione delle stesse ragioni genetiche del Partito Democratico, e delle regole che non Renzi ma i suoi fondatori gli hanno dato. E guarda in realtà a un sostanziale ritorno alla stagione delle alleanze. Tacendo tuttavia del cattivo risultato che esse hanno dato, compresa l’ultima da lui guidata. Personalmente, considero questa visione sbagliata e portatrice di un’insidia regressiva. Tanto più se letta in “di-I dati sono stati troncati” .


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