“Il modo migliore di non perdere tempo a vivacchiare è quello di impegnare quest’ultima parte della legislatura a fare poche ma indispensabili cose utili all’Italia e agli italiani. Credo che questo dovrebbe essere l’imperativo categorico del Pd e dei suoi gruppi parlamentari. Uno sforzo che si sollevi dalla querelle sulla data delle elezioni, che io auspico vicina. E così pure dalle polemiche sui ‘vitalizi’, i quali com’è noto sono già stati aboliti per i parlamentari alla loro prima legislatura, sostituiti da una pensione calcolata secondo metodo contributivo”. Lo dice il senatore del Pd Daniele Borioli.
“Tra le cose utili da fare – prosegue Borioli – La prima: i correttivi alla legge elettorale del Senato, prevedendo anche la doppia preferenza di genere donna/uomo e scomponendo su base territoriale gli attuali collegi unici regionali, evitando così che il meccanismo delle preferenze possa determinare eccessi di personalizzazione se non pericolose distorsioni del voto in senso clientelare e lobbistico. La seconda: i necessari aggiustamenti del Jobs Act in relazione ai quesiti referendari ammessi e ai vouchers. Che a mio parere sarebbe un errore eliminare, ma che richiedono senza dubbio una profonda rivisitazione, che guardi anche alla ricomposizione di un rapporto di maggiore sintonia con il mondo del lavoro e delle sue rappresentanze. La terza: mettere mano alla riforma del codice penale, nelle delicatissime parti che incidono sul fronte della prescrizione e delle intercettazioni. Una riforma da troppo tempo attesa, che chiama in causa la domanda di giustizia dei cittadini e i tempi per ottenerla. Un modo utile e composto, e auspicabilmente coeso, di lavorare nelle prossime settimane potrebbe aiutare il PD a ricucire lo strappo determinatosi da tempo con diverse parti della società italiana e potrebbe avvicinare l’appuntamento elettorale non nella versione di un redde rationem tra fazioni in lotta ma in un’occasione per i cittadini di esprimersi su opzioni politiche e programmatiche chiare e alternative. Lo scenario migliore per il PD e per Matteo Renzi di giocare le proprie carte”.