“Nonostante le risposte fornite dal Governo all’interrogazione da me ed altri colleghi presentata sull’incendio verificatosi lo scorso dicembre 2016 alla raffineria ENI di Sannazzaro de’ Burgondi (PV) abbia fornito importanti rassicurazioni circa la salute dei lavoratori e delle popolazioni e circa le condizioni ambientali, ho ritenuto doveroso ribadire al Governo stesso l’esigenza di sottoporre l’impianto a uno stretto e costante monitoraggio. L’avere evitato nell’occasione conseguenze più pesanti, non elimina la percezione di una certa vulnerabilità della raffineria, degli impianti in essa presenti e delle infrastrutture ad essa connesse. Come quella dell’oleodotto che, negli anni scorsi, è stata in più di un’occasione oggetto di furti di benzina, che hanno provocato attraverso il danneggiamento delle condutture sversamenti gravi di combustibile inquinante nei terreni: dando luogo a una dinamica inquinante che avrebbe potuto compromettere per decenni gran parte dei pozzi di una larghissima zona agricola. A questo si aggiunge, e l’ho sottolineato, la preoccupazione che l’impianto, di rilevanza strategica nel gruppo ENI, possa diventare in questo particolare e delicato frangente internazionale un obiettivo sensibile per azioni criminali di più consistente spessore”.
E’ quanto afferma in una nota il senatore del Partito democratico Daniele Borioli, componente della commissione Lavori Pubblici a Palazzo Madama e vice presidente della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro.