“Con le sue dichiarazioni ‘del giorno dopo’, Renzi dimostra di non avere nella propria cassetta degli attrezzi la capacità di guidare il partito come una comunità”.
Così il senatore orlandiano Daniele Borioli commenta l’esito delle convenzioni.
“L’istinto insopprimibile è quella di esibire ‘i muscoli del capitano’ e di pretendere dai perdenti l’ammissione della sconfitta – sottolinea l’esponente pd – Pretesa superflua, perché Orlando lo ha fatto in modo limpido, senza bisogno che qualcuno glielo chiedesse. Chi aspira a fare il segretario dovrebbe preoccuparsi di valorizzare le buone idee dei suoi competitori. Renzi non dice che, senza Orlando ed Emiliano, l’affluenza decantata con trionfalismo e fuori misura, sarebbe stata di desolante livello e avrebbe ancora di più rimarcato l’isterilimento del partito. Dovrebbe, invece, ringraziare chi, tenendo viva l’idea di un Pd plurale, si è messo in gioco al servizio di un progetto di centrosinistra che torni a vincere, dopo la batosta del 4 dicembre”.
“Prima ancora che la partita sia finita – prosegue Borioli – si affretta a rimarcare: ”Ho vinto io”. Una concezione muscolare del confronto politico, che si nutre di continue conte e di ‘tracciamenti’ di linee di divisione. Non ci ha fatto bene in occasione del referendum, questo atteggiamento che ha buttato a mare la riforma per la quale l’attuale legislatura era rimasta in vita. Difficilmente ci farà bene quando dovremo chiedere agli italiani il voto non per eleggere il segretario del Pd ma per governare il Paese. Accusare di tradimento chi se n’è andato e, al tempo stesso, mostrare fastidio verso chi è rimasto lealmente nel partito e propone una piattaforma politica alternativa, è un gioco a perdere dal fiato corto”.
“Renzi usa spesso una metafora calcistica: “chi perde non porti via il pallone” – conclude l’esponente pd – Noi gliene suggeriamo un’altra, molto utile: chi vince impari a passarlo, il pallone. Perché neppure Messi, da solo, vince il campionato. E nel campionato, al momento, inseguiamo”.


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