‘Il nuovo commissario ha spiegato di voler soccorrere i migranti in mare, è un segnale’
L`emergenza immigrazione oggi è collegata direttamente al tema degli sbarchi, dei soccorsi in mare e del riconoscimento dello status di rifugiato a chi arriva in Europa. Per questo, spiega il viceministro Filippo Bubbico, è importante che la nuova commissione europea si sia detta disponibile a modificare gli accordi presi.
 Viceministro Bubbico, cosa si può fare per uscire dall`emergenza ed evitare tragedie come quella di un anno fa a Lampedusa?
 «Credo che sia importate partire dalle dichiarazioni del nuovo commissario europeo sulle migrazioni Dimitris Avramopoulos che ha affrontato e assunto il tema dei flussi migratori non economici, alimentati da tragedie, guerre e discriminazioni religiose come questione di cui occuparsi prioritariamente».
E` un segnale all`Italia?
 «Sì, va nella direzione auspicata dal nostro governo, cioè alla decisione di Alfano e Renzi tesa a conferire a Frontex un ruolo non di difesa ma anche di aiuto ai salvataggi in mare, supportando e infine sostituendo Mare Nostrum. Se l`Europa continua a guardare il proprio ombelico, perde un appuntamento importante con la storia».
Cosa sostiene esattamente il commissario?
 «Ha spiegato che Frontex potrebbe essere potenziato, in modo da essere capace non solo di tutelare le frontiere ma anche di salvare vite umane».
Come si configura il cambiamento di posizione dell`Ue?
 «A quanto ha spiegato il commissario, potrebbe essere modificata la direttiva di Dublino, permettendo il riconoscimento dello status di rifugiato non più esclusivamente nei paesi di arrivo, evitando così di scaricare su un unico paese i costi dell`accoglienza. In questo modo i flussi potrebbero essere gestiti a livello europeo».
 Come concretamente?
«Andando nei luoghi di transito, e quindi rendendo meno costose le operazioni di salvataggio».
Molti dei paesi di transito sono in guerra…
«E` vero, per questo serve una capacità articolata ma dove è possibile bisogna agire».
 187 vittime della strage di Lampedusa aspettano ancora di avere un nome.
 «La scorsa settimana è stata firmata una convenzione tra l`Italia, gli organismi internazionali e i paesi interessati per dare tutta la collaborazione e il supporto logistico possibile alle autorità impegnate nelle procedure di riconoscimento».