“La legge quadro 394/91 sulle aree protette sta per compiere 25 anni. Nata grazie all’importante lavoro svolto dalle associazioni ambientaliste e alla capacità di ascolto della politica e delle istituzioni, è stata una buona legge, che ha aperto la strada alla stagione dei parchi nel nostro Paese. Oggi è necessario modificarla, per aggiornarla e farne una versione 2.0, per il rilancio dell’attività delle aree protette e la gestione delle nuove competenze che vogliamo attribuire loro”. Lo dice il senatore del Pd Massimo Caleo, vicepresidente della Commissione Ambiente e relatore al ddl di riforma sui parchi, il cui esame è iniziato oggi nell’Aula del Senato.
“Data la delicatezza del compito, in Commissione l’iter del ddl è stato lungo – prosegue Caleo – abbiamo svolto 25 audizioni e 36 sedute. Si punta su una governance più snella e rafforzata per le aree protette, il problema dei lunghi commissariamenti e delle mancate intese viene eliminato, diventa più forte il ruolo del Presidente del parco e la carica diventa incompatibile con qualsiasi altro incarico elettivo o negli organi di enti pubblici. Mantenendo le finalità fondamentali di tutela dei valori ambientali, storici, culturali, antropologici e tradizionali, il piano del parco assume anche il ruolo di strumento con il quale il parco può disciplinare iniziative economiche di valorizzazione del territorio e del patrimonio edilizio tradizionale e agro-silvo-pastorali nonché di turismo sostenibile. Si esplicita il divieto di caccia nei parchi e si disciplina il contenimento della fauna selvatica. E poi c’è il capitolo dell’istituzione di nuovi parchi, attraverso un emendamento del relatore sottoposto a validazione della Commissione bilancio, che propone l’istituzione del parco nazionale del Matese e del parco nazionale di Portofino, oltre alla delega per l’istituzione del parco interregionale del Delta del Po”.
“Data la delicatezza del compito, in Commissione l’iter del ddl è stato lungo – prosegue Caleo – abbiamo svolto 25 audizioni e 36 sedute. Si punta su una governance più snella e rafforzata per le aree protette, il problema dei lunghi commissariamenti e delle mancate intese viene eliminato, diventa più forte il ruolo del Presidente del parco e la carica diventa incompatibile con qualsiasi altro incarico elettivo o negli organi di enti pubblici. Mantenendo le finalità fondamentali di tutela dei valori ambientali, storici, culturali, antropologici e tradizionali, il piano del parco assume anche il ruolo di strumento con il quale il parco può disciplinare iniziative economiche di valorizzazione del territorio e del patrimonio edilizio tradizionale e agro-silvo-pastorali nonché di turismo sostenibile. Si esplicita il divieto di caccia nei parchi e si disciplina il contenimento della fauna selvatica. E poi c’è il capitolo dell’istituzione di nuovi parchi, attraverso un emendamento del relatore sottoposto a validazione della Commissione bilancio, che propone l’istituzione del parco nazionale del Matese e del parco nazionale di Portofino, oltre alla delega per l’istituzione del parco interregionale del Delta del Po”.